Istruzione: Governo, preparativi per il nuovo anno scolastico in Romania
Il Governo di Bucarest ha stanziato 175 milioni di euro dai fondi europei per preparare il nuovo anno scolastico che inizierà il 14 settembre. Le autorità locali impiegheranno questi soldi per acquistare tablet, mascherine protettive e contenitori sanitari. Oltre la metà della somma – 100 milioni di euro – sarà spesa pe tablet e dispositivi elettronici per l’insegnamento online di circa 500.000 alunni, come ha spiegato il capo della Cancelleria del primo ministro, Ionel Dancă. 50 milioni di euro copriranno le spese per l’acquisto dei materiali di protezione sanitaria e medica, cioè mascherine e disinfettanti per le scuole, mentre 25 milioni di euro saranno destinati ai contenitori sanitari mobili.
Ştefan Stoica, 25.08.2020, 10:38
Il Governo di Bucarest ha stanziato 175 milioni di euro dai fondi europei per preparare il nuovo anno scolastico che inizierà il 14 settembre. Le autorità locali impiegheranno questi soldi per acquistare tablet, mascherine protettive e contenitori sanitari. Oltre la metà della somma – 100 milioni di euro – sarà spesa pe tablet e dispositivi elettronici per l’insegnamento online di circa 500.000 alunni, come ha spiegato il capo della Cancelleria del primo ministro, Ionel Dancă. 50 milioni di euro copriranno le spese per l’acquisto dei materiali di protezione sanitaria e medica, cioè mascherine e disinfettanti per le scuole, mentre 25 milioni di euro saranno destinati ai contenitori sanitari mobili.
L’esperienza del secondo semestre del precedente anno scolastico, quando il rischio di trasmissione accelerata del nuovo coronavirus ha imposto la chiusura delle scuole, ha obbligato il Governo e le autorità locali a tenere in considerazione tutti gli scenari, compreso quello rosso – indesiderato e applicabile in situazioni estreme – in cui in una località vengono accertati tre casi positivi per mille abitanti negli ultimi 14 giorni. In questo caso, la scuola viene chiusa e si passa alla lezioni online.
All’inizio di agosto, quando il numero dei contagi quotidiani non è sceso sotto i 1000, solo 50 località rientravano nello scenario rosso. In diverse centinaia di località sarebbe stato applicato lo scenario giallo, che presuppone un rischio medio, con un numero compreso tra una e tre persone su mille abitanti rilevate positive negli ultimi 14 giorni. In una simile situazione, avranno la priorità di tornare in classe i bambini di età prescolare, gli alunni di scuola elementare, nonchè quelli che dovranno sostenere degli esami. Gli altri faranno le lezioni online, ma andranno anche a scuola a turno.
Gli scenari saranno aggiornati costantemente, a seconda della situazione epidemiologica locale. Per ogni provincia, il Comitato per le Situazioni di Emergenza, dietro proposta della scuola e dell’Ispettorato Scolastico, deciderà se gli alunni torneranno in classe o faranno le lezioni online.
Abbiamo lasciato alle autorità locali, agli ispettorati scolastici provinciali, alle direzioni di pubblica sanità la libertà – tra virgolette – di adattare gli scenari e le regole imposte ad ogni singola scuola. Dove sarà possibile farlo, ci pronunciamo a favore dell’istruzione faccia a faccia, però laddove il rischio è alto applichiamo anche gli altri due scenari. La scuola deve cominciare, in quanto i bambini devono andare a scuola. Sono già rimasti a casa per mezz’anno e credo che la socializzazione e l’interazione faccia a faccia tra l’alunno e l’insegnante debbano esistere, ha detto il ministro della Salute, Nelu Tătaru.
D’altra parte, il più ottimista scenario – quello verde – con una persona al massimo per mille abitanti rilevata positiva al COVID-19 negli ultimi 14 giorni, richiede la presenza obbligatoria degli allievi nelle scuole, sottolineava il ministro dell’Istruzione, Monica Anisie.