Governo: piano di rilancio economico
A Bucarest, il governo e il capo dello stato hanno lanciato mercoledì un ambizioso piano di rilancio economico. Intitolato “Ricostruiamo la Romania”, il piano si stende su 10 anni e ha un budget previsto di 100 miliardi di euro. L’obiettivo del piano è l’aumento del tenore di vita dei romeni, tramite ampi investimenti e il cambiamento del modello di sviluppo del Paese. Il piano interessa l’infrastruttura di trasporto ed energetica, di salute, l’istruzione, gli investimenti per lo sviluppo locale, l’infrastruttura agricola e di irrigazioni, gli investimenti nell’ambiente e l’infrastruttura sportiva. L’obiettivo promosso dall’esecutivo è la convergenza con le economie europee, di modo che il prodotto interno lordo a testa alla parità di potere d’acquisto standard arrivi in Romania all’87% della media dell’Unione Europea entro il 2025. Stando ai promotori del progetto, la grande differenza sarebbe l’aumento economico basato su ampi investimenti, che sostituiscano l’attuale modello basato piuttosto sul consumo.
Eugen Coroianu, 02.07.2020, 12:24
A Bucarest, il governo e il capo dello stato hanno lanciato mercoledì un ambizioso piano di rilancio economico. Intitolato “Ricostruiamo la Romania”, il piano si stende su 10 anni e ha un budget previsto di 100 miliardi di euro. L’obiettivo del piano è l’aumento del tenore di vita dei romeni, tramite ampi investimenti e il cambiamento del modello di sviluppo del Paese. Il piano interessa l’infrastruttura di trasporto ed energetica, di salute, l’istruzione, gli investimenti per lo sviluppo locale, l’infrastruttura agricola e di irrigazioni, gli investimenti nell’ambiente e l’infrastruttura sportiva. L’obiettivo promosso dall’esecutivo è la convergenza con le economie europee, di modo che il prodotto interno lordo a testa alla parità di potere d’acquisto standard arrivi in Romania all’87% della media dell’Unione Europea entro il 2025. Stando ai promotori del progetto, la grande differenza sarebbe l’aumento economico basato su ampi investimenti, che sostituiscano l’attuale modello basato piuttosto sul consumo.
“Vogliamo investire nell’ammodernamento dell’infrastruttura di trasporto, per aumentare la competitività delle compagnie, l’attrattività della Romania per gli investimenti, che portano alla creazione di posti di lavoro, generano sviluppo, e, in fin dei conti, portano incassi al budget dello stato. La Romania è un Paese ricco, vanta importanti risorse, ma la valorizzazione di queste risorse va fatta in modo intelligente, tramite lo stanziamento di finanziamenti verso ciò che può veramente mettere in valore tutte le risorse di cui dispone la Romania”, ha affermato il premier liberale Ludovic Orban.
Secondo il piano, gli investimenti nell’infrastruttura rappresentano oltre il 60% dei 100 miliardi di euro. Il Governo ha presentato progetti in cui è prevista la costruzione di moltissimi chilometri di infrastruttura di trasporto, tra l’alto, 3.000 chilometri di autostrade e altrettanti di ferrovia, entro il 2030. Il documento include anche misure rapide per le grandi compagnie, ma anche per quelle piccole, con fondi di 3 miliardi di euro. Il Governo continuerà a pagare dal budget dello stato anche la cassa-integrazione, il lavoro part-time e il telelavoro. Ambiziosi, anche gli investimenti in ospedali e scuole: è prevista la costruzione di tre ospedali regionali di emergenza, ma anche la costruzione o modernizzazione di migliaia di scuole e asili.
“I romeni meritano una rete di autostrade di livello europeo, un sistema energetico forte a livello nazionale e regionale, industria e servizi competitivi. Possiamo avere tutto questo solo accelerando i principali progetti di investimento in maniera efficace, professionista e trasparente. Ogni piano di investimenti ambizioso richiede però un finanziamento adeguato. Perciò, i fondi europei devono diventare un pilastro essenziale per il nostro sviluppo”, ha affermato il presidente Klaus Iohannis.
Lopposizione socialdemocratica è del parere, però, che il piano presentato ieri sia un programma esclusivamente elettorale, non adeguato alle necessità attuali, basato su fondi europei, ma che non porti nulla di concreto per quanto riguarda il modo in cui saranno attirati questi fondi.