COVID-19: allentamento e incentivi al rischio
Il bilancio dei quasi quattro mesi passati dalla conferma del primo contagio dal nuovo coronavirus in Romania indica circa 23 mila contagi e oltre 1450 decessi. Il numero dei nuovi casi era entrato su un trend discendente all’inizio di questo mese e tutti speravamo che scendesse a qualche decina al giorno e che gradualmente la diffusione del virus si fermasse e la vita tornasse alla normalità. Da circa una settimana, però, la curva è di nuovo ascendente e ogni giorno sono accertati due-trecento nuovi contagi.
Corina Cristea, 18.06.2020, 12:28
Il bilancio dei quasi quattro mesi passati dalla conferma del primo contagio dal nuovo coronavirus in Romania indica circa 23 mila contagi e oltre 1450 decessi. Il numero dei nuovi casi era entrato su un trend discendente all’inizio di questo mese e tutti speravamo che scendesse a qualche decina al giorno e che gradualmente la diffusione del virus si fermasse e la vita tornasse alla normalità. Da circa una settimana, però, la curva è di nuovo ascendente e ogni giorno sono accertati due-trecento nuovi contagi.
L’aumento del numero di casi avviene dopo più misure di allentamento e non è sorprendente — ha dichiarato a Radio Romania il ministro della Salute, Nelu Tătaru: “Abbiamo avuto tre periodi di allentamento e ci aspettiamo di avere una crescita progressiva, non esponenziale, come infatti accade, perché allo stesso tempo, ci sono anche quegli ordini ministeriali che stabiliscono norme di svolgimento e funzionamento delle attività. Se rispettiamo queste norme, possiamo dire che l’evoluzione sia favorevole, anche se si registra un leggero aumento del numero di contagi, però l’evoluzione è favorevole e possiamo prevedere una nuova serie di misure di allentamento applicabili dal 1° luglio.”
Per chi lavora nel settore sanitario, non si può parlare di allentamento nella lotta al COVID-19. D’altra parte, dopo tante settimane di sforzi ininterrotti, tra il personale è apparsa la delusione provocata da ciò che i sindacati hanno definito “la modalità ineguale di concessione dell’incentivo al rischio” — un bonus pagato da fondi europei. Si tratta di una retribuzione supplementare di 2500 lei, pari a circa 500 euro, che, all’inizio della pandemia, i decidenti politici hanno concordato di concedere al personale sanitario degli ospedali che curano persone contagiate da COVID. “Le aspettative dei dipendenti sono state molto alte, in seguito alle dichiarazioni pubbliche del ministro della Salute, il quale ha affermato che negli ospedali COVID tutti i dipendenti beneficeranno di questo incentivo”, hanno precisato i rappresentanti dei sindacati. Però, loro aggiungono che, “il bonus è stato concesso solo a chi ha trasportato ed è entrato in contatto diretto con i malati di COVID-19 e non a tutti coloro che hanno svolto un’attività intensa in questo periodo”.
Per evitare il rischio di interpretazione e per prevenire qualsiasi disuguaglianza, la Camera dei Deputati ha adottato, mercoledì, come istituzione con potere decisionale, un ddl che prevede la concessione del bonus anche durante lo stato di allerta, non solo durante lo stato di emergenza, e precisa le categorie di dipendenti che beneficeranno di questi soldi. Si tratta del personale specializzato medicale e ausiliario, compresi il personale specializzato delle strutture para-cliniche medico-sanitarie e i paramedici, incluso il personale delle strutture civili e il personale operativo di intervento dei servizi di pronto soccorso coinvolto direttamente nel trasporto, valutazione, diagnosi e cura dei malati sospetti e/o diagnosticati con COVID-19.