COVID-19: effetti economici della pandemia
Secondo la metodologia dell’UE, il peso del debito governativo lordo in Romania raggiungerà il 40,9% del PIL alla fine del 2020, rispetto al 35,2% nel 2019. Lo rileva il Programma di convergenza pubblicato dal Ministero delle Finanze di Bucarest. Il valore risulta nelle condizioni in cui si stima una contrazione economica di circa -1,9%, un deprezzamento della moneta nazionale nei confronti dell’euro – la principale valuta di denominazione del debito pubblico, e un deficit superiore al 3% del PIL, come effetti generati dal diffondersi del nuovo coronavirus. Conformemente alla metodologia europea ESA, il deficit di bilancio della Romania è previsto al 6,7% del PIL a fine anno, in crescita di circa 2,4 punti percentuali rispetto al 2019. L’incremento dovrebbe intervenire sullo sfondo della salita delle spese di bilancio al 39,5% del PIL, di 3,5 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente.
Corina Cristea, 25.05.2020, 13:10
Si tratta di una conseguenza della crescita notevole del peso dei trasferimenti sociali nel PIL, nonchè del peso delle sovvenzioni, indica ancora il Ministero delle Finanze. Allo stesso tempo, si prevede un aumento totale delle entrate alle casse dello stato dal 31,7% del PIL nel 2019, al 32,7% nel 2020. La proiezione si basa sull’evoluzione positiva moderata del fondo salariale e sul decremento del consumo privato, nel contesto della crisi generata dalla pandemia. Gli esperti di finanza ricordano che questa crisi ha provocato, da una parte, la diminuzione dei redditi in seguito al rallentamento delle attività economiche, incrementando parallelamente la crescita delle spese per equipaggimenti medici e assistenza sociale, come la cassaintegrazione o le indennità per i genitori rimasti a casa con i bambini in telescuola.
Allo stesso tempo, il Ministero ricorda che, indipendentemente dalla crisi della pandemia, per la Romania era stata avviata la procedura di deficit eccessivo, in quanto il suo deficit di bilancio aveva superato la soglia del 3% del PIL nel 2019. La Commissione Europea ha raccomandato il ritorno al 3% entro il 2022. Sullo sfondo della situazione sanitaria particolare, la Commissione ha attivato la Clausola generale derogatoria, che consente agli stati membri di superare i target fiscali e di bilancio concordati, ma anche un trattamento speciale ai costi generati dalla pandemia di COVID-19.
Praticamente, per la Romania ciò significa che la valutazione sul target del deficit di bilancio escluderà i costi generati dal nuovo coronavirus. Il documento del Ministero indica, inoltre, che gli investimenti lordi si ridurranno del 2,6% nel 2020, anche in seguito alle dinamiche negative nelle esportazioni ed importazioni di beni e servizi. Intanto, l’inflazione è stimata al 3% per la fine del corrente anno. Allo stesso tempo, gli esperti di finanza ritengono come la più plausibile ipotesi di crescita economica a medio termine, un ritorno al suo potenziale del 3-4% stimato prima della pandemia di COVID-19.