COVID-19: lavoratori romeni, problemi affrontati all’estero
Confrontati con la carenza della manodopera per i lavori stagionali a causa della pandemia di COVID-19, i farmers e altri datori di lavoro dei Paesi occidentali cercano delle soluzioni in Romania, dove le autorità hanno organizzato voli per i connazionali che vogliono andare a lavorare all’estero. Per loro, la paura del coronavirus non è un ostacolo per andare soprattutto in Germania o Gran Bretagna, dove vengono meglio pagati.
Leyla Cheamil, 22.05.2020, 13:02
Nei giorni scorsi, la ministra del Lavoro romena, Violeta Alexandru, si è recata in Germania per vedere le condizioni in cui lavorano i connazionali stagionali. La ministra ha incontrato i romeni scontenti delle condizioni improprie di lavoro, ma anche del mancato pagamento dei salari. Tutti i cittadini romeni che hanno svolto l’attività alla fattoria di Bornheim, in Germania, hanno ricevuto i dovuti salari arretrati, ha precisato il Ministero degli Esteri di Bucarest. Alcuni hanno sollecitato sostegno per essere rimpatriati, mentre coloro che vorranno rimanere in Germania saranno appoggiati dalle autorità romene per trovare nuovi posti di lavoro.
Nelle fattorie della Germania, le condizioni di lavoro sono civilizzate, ma sicuramente anche lì certi aspetti vanno corretti e migliorati. Oltre alle condizioni di lavoro, ho sollecitato in modo speciale che ai romeni sia assicuraro un minimo di protezione medica in questo periodo di pandemia, ha dichiarato la ministra. Violeta Alexandru ha spiegato che i datori di lavoro avranno l’obbligo di menzionare e informare le autorità sulle condizioni di assicurazione del trasporto e dell’alloggio, nonchè delle condizioni di lavoro.
Le autorità tedesche si prefiggono di vietare alle aziende specializzate nella lavorazione delle carni di assumere stranieri tramite intermediazioni, dopo che 100 lavoratori, a maggioranza romeni, sono risultati positivi al nuovo coronavirus. Le autorità tedesche promettono più controlli a queste aziende specializzate nella lavorazione delle carni. Intanto, il Ministero degli Esteri di Bucarest, attraverso l’Ambasciata di Romania all’Aja, ha avviato le pratiche per ottenere chiarimenti sulla situazione di 270 connazionali che lavorano sempre ad un’azienda specializzata nella lavorazione delle carni in provincia Gelderland, nei Paesi Bassi, in seguito al contagio di due di loro.
Ma d’altra parte, numerosi romeni stanno rientrando in Patria, il che ha sovraffollato i valichi di confine con l’Ungheria, dilungando notevolmente i tempi di attesa. Per snellire il traffico, la Polizia di Confine ha annunciato che da ieri sono stati aperti anche altri valichi per auto e persone. In Romania, la pandemia di coronavirus ha portato alla cessazione di 400.000 contratti di lavoro, e alcuni settori sono in stato di avaria.