COVID-19: verso la fine dello stato di emergenza in Romania
Gli ultimi due mesi sono stati atipici anche per i romeni, in stato di emergenza dal 16 marzo. I bambini non vanno più a scuola. Molti genitori sono in telelavoro, in cassa integrazione oppure addirittura rimasti senza lavoro. I teatri, le sale spettacoli, i cinema, i negozi e i parchi sono chiusi. Limitati drasticamente – inizialmente a due e poi a sei ore – gli spostamenti fuori casa delle persone ultra 65enni. Chi è stato costretto a uscire di casa lo ha potuto fare solo per determinati motivi per la cui verifica, se la polizia glielo chiedeva, doveva presentare la tessera di servizio, una dichiarazione firmata dal datore di lavoro oppure unautocertificazione. Non è stato permesso neanche laccesso nelle chiese e le messe sono state tenute in assenza del pubblico. Perciò, la Pasqua è stata festeggiata questanno davanti agli schermi delle tv, dei computer e dei telefonini, tutto essendo trasmesso esclusivamente attraverso i mass-media oppure online.
Roxana Vasile, 11.05.2020, 12:34
Gli ultimi due mesi sono stati atipici anche per i romeni, in stato di emergenza dal 16 marzo. I bambini non vanno più a scuola. Molti genitori sono in telelavoro, in cassa integrazione oppure addirittura rimasti senza lavoro. I teatri, le sale spettacoli, i cinema, i negozi e i parchi sono chiusi. Limitati drasticamente – inizialmente a due e poi a sei ore – gli spostamenti fuori casa delle persone ultra 65enni. Chi è stato costretto a uscire di casa lo ha potuto fare solo per determinati motivi per la cui verifica, se la polizia glielo chiedeva, doveva presentare la tessera di servizio, una dichiarazione firmata dal datore di lavoro oppure unautocertificazione. Non è stato permesso neanche laccesso nelle chiese e le messe sono state tenute in assenza del pubblico. Perciò, la Pasqua è stata festeggiata questanno davanti agli schermi delle tv, dei computer e dei telefonini, tutto essendo trasmesso esclusivamente attraverso i mass-media oppure online.
Inusuale per i romeni è stata anche la giornata del 1 maggio che, in tempi di normalità, veniva festeggiata allaperto con la famiglia e gli amici. Dopo questi due mesi di dure restrizioni, la gente è ansiosa di passare, dal 15 maggio, alla seconda tappa – cioè allo stato di allerta, quindi allallentamento delle restrizioni. Perciò, lIstituto Nazionale di Sanità ha fatto una serie di proposte, sottoposte al dibattito pubblico, in base alle quali saranno emesse procedure o regole. Gli alberghi dovrebbero offrire esclusivamente servizi di alloggio, però solo nel caso degli spostamenti per motivi professionali o per manutenzione. Saranno riaperti i saloni che offrono servizi alla persona (parrucchiere, manicure, pedicure ed estetista), ma dovrebbe essere garantita una superficie minima di 4 metri quadri per ogni cliente e una distanza minima di 2 metri tra due persone.
Si considera anche la riapertura degli studi odontoiatrici dove la programmazione delle persone che hanno superato i 65 anni oppure affette da malattie croniche si farà allinizio dellorario di lavoro. Nelle strutture ospedaliere non-Covid si dovrebbero evitare, il più possibile, i ricoveri e le cure saranno fatte a casa o in ambulatorio. Non mancano, tra le proposte inoltrate dallIstituto Nazionale di Sanità, quelle per il sistema di insegnamento, in vista degli esami finali degli alunni del ginnasio e del liceo o per il trasporto delle persone. Le autorità continuano ad affermare che, la data del 15 maggio, quando si passerà allo stato di allerta, avrà solo un valore amministrativo, perché i problemi generati dal nuovo coronavirus restano altrettanto attuali come finora.