COVID – 19: riconfigurazione del sistema sanitario romeno
Il sistema sanitario è in prima linea nella dura lotta contro il virus SARS CoV-2, un nemico ancora più temibile poiché invisibile. Sebbene siano state prese misure per contenere e prevenire i contagi in Romania, sono apparsi focolai che hanno richiesto azioni supplementari per poter gestire la crisi. Casi più gravi si sono registrati, di recente, a Focșani e Galați (est), dove si è recato proprio il ministro della Salute, Nelu Tătaru, per valutare la situazione. All’Ospedale Provinciale di Emergenza di Focşani è stata insediata una direzione militare per la durata dello stato di emergenza, in quanto il manager dell’ospedale è risultato positivo al nuovo coronavirus e, di conseguenza, vanno testati anche tutti i dipendenti.
Leyla Cheamil, 14.04.2020, 12:14
Anche al Pronto Soccorso di Vrancea (est), il personale del centralino è stato rilevato positivo al coronavirus, come pure nove operatori sanitari, per cui l’attività è stata riorganizzata. Problemi si verificano anche a Galați, dove il ministro della Salute ha visitato un centro di accoglienza anziani, messo in quarantena per COVID-19, ma anche l’Ospedale Provinciale che sta curando in terapia intensiva i casi molto gravi di coronavirus.
Per l’occasione, il ministro ha affermato che le prime misure di rilassamento delle attuali restrizioni non potranno essere prese prima della seconda metà di maggio ed ha ammonito che, per gli anziani, i divieti di spostamento si potrebbero prorogare: “Parliamo anche di più di un mese, se la situazione sarà difficile. Dobbiamo pensare che loro sono i più vulnerabili. Dobbiamo proteggere i nostri anziani, perciò prenderemo tutte le misure necessarie. Al momento non parliamo di date esatte, adesso più che mai insistiamo sulle restrizioni, perché seguiranno tre o quattro settimane abbastanza difficili. Di rilassamento forse potremmo parlare dopo il 15-20 maggio, o addirittura dopo il 1 giugno, ma il rilassamento sarà graduale, separato per ciascuna località. Ma ci saranno ancora alcune restrizioni, nel senso che usciremo solo indossando mascherine e guanti. Alcune precauzioni andranno mantenute anche dopo il rilassamento”.
Unaltra struttura ospedaliera diventata focolaio di coronavirus e dove è stata insediata temporaneamente una direzione militare, l’Ospedale Provinciale di Deva (ovest), è uscito dalla quarantena ed è pronto a ricevere casi di COVID-19. In vista della riapertura, è stata effettuata la disinfezione, sono stati creati i circuiti necessari elaborati dai medici epidemiologi ed è stata creata un’equipe di lavoro per le prossime due settimane formata da personale medico, sanitario e ausiliare. Nel frattempo, a Costanza (sud-est), sono state allestite tende per la quarantena, attrezzate e collegate alle utilità, nell’ambito del sistema medico modulare d’isolamento e cura. Vi sono stati portati anche un apparecchio moderno di radiologia e uno nuovo per i test PCR rapidi.