COVID-19: iniziative economico-sociali in Romania
Il Senato di Bucarest ha dato ieri il via libera, come prima camera, al ddl avviato dall’opposizione socialdemocratica che prevede una pensione indiretta ai figli o al coniuge superstite dei medici, infermieri e operatori sanitari deceduti nella lotta al coronavirus. Si tratterebbe del 75% del salario della persona deceduta. La nazione è in guerra biologica con un nemico invisibile, che ha un potenziale letale. Siamo tutti convinti che vinceremo questa guerra. Ma non vinceremo tutte le battaglie, nè sotto profilo organizzativo – e vediamo gli esempi di Suceava, Deva, Arad, nè sotto profilo medico. Gli iniziatori si augurano che questa misura non abbia anche dei beneficiari, ha dichiarato il senatore socialdemocratico Florin Ortan.
Daniela Budu, 09.04.2020, 12:00
Da parte sua, il capogruppo liberale al Senato, Daniel Fenechiu, ha dichiarato che il suo partito, ora al governo, è riconoscente al personale sanitario che sta combattendo contro il coronavirus e che si merita la piena gratitudine per questi sforzi. I medici si meritano la piena riconoscenza e tutti gli sforzi per stare in prima linea. Oggi va compiuto qualsiasi sforzo per motivare i medici e dimostrare l’intero appoggio della società per quello che stanno facendo, per la loro missione e importanza, ha detto Daniel Fenechiu.
L’Unione Salvate Romania (USR), la terza forza parlamentare, considera che la misura non è un privilegio, bensì un diritto minimale concesso al personale sanitario, mentre l’Unione Democratica Magiari di Romania (UDMR) ritiene che si tratta di una misura in grado di alleviare in certo qual modo le sofferenze dei superstiti dei deceduti. Il voto finale spetta ora alla Camera dei deputati.
Intanto, nella stessa serie di misure socio-economiche prese nel contesto dell’emergenza COVID-19, il Governo di Bucarest contempla l’idea di mandare gli statali a turno in cassa integrazione per 15 giorni. La misura interessa i dipendenti delle istituzioni pubbliche non essenziali nella lotta al nuovo coronavirus, ha spiegato il premier Ludovic Orban a una rete televisiva.
Abbiamo pensato ad un meccanismo da introdurre con una normativa che riguarda anche i modi di evitare il rischio di diffusione del virus. Si tratta di un meccanismo relativamente semplice, in cui i dipendenti si dividono di modo che possano a turno mantenere funzionali le istituzioni pubbliche. La metà dei dipendenti lavora per 15 giorni, mentre l’altra metà va in una sorta di cassa integrazione, incassando il 75%. Per il resto di 15 giorni, andranno a lavorare gli altri. Il meccanismo deve assicurare il funzionamento delle istituzioni pubbliche, l’area non coinvolta direttamente nell’applicazione delle misure, ha detto il primo ministro.
L’iniziativa della normativa relativa alla cassa integrazione per le istituzioni pubbliche è stata annunciata su una rete sociale anche dalla ministra del Lavoro, Violeta Alexandru, la quale ha spiegato che si svolgeranno delle consultazioni – anche con le autorità locali – ma che si tratta di una decisione assunta.