Il sistema sanitario, sotto pressione
Aumenta in Romania il numero dei medici e delle infermiere che minacciano di dare le dimissioni oppure lo hanno già fatto. La paura di essere contagiati dal nuovo coronavirus e la mancanza, in molti casi, di equipaggiamenti protettivi adeguati hanno portato a questa situazione fuori dal comune, in molti ospedali romeni. Dimissioni sono state registrate, negli ultimi giorni, all’Ospedale di Psichiatria e Neurologia di Braşov (centro), all’ospedale CFR di Timişoara (ovest) oppure all’Ospedale Clinico di Emergenza Arad (ovest). Molti hanno annunciato che intendono andare in pensione, mentre decine di dipendenti — medici, infermiere, barellieri e registratori — hanno preso congedi per malattia, rendendo ancora più difficile la situazione già abbastanza complicata.
Mihai Pelin, 01.04.2020, 12:41
Aumenta in Romania il numero dei medici e delle infermiere che minacciano di dare le dimissioni oppure lo hanno già fatto. La paura di essere contagiati dal nuovo coronavirus e la mancanza, in molti casi, di equipaggiamenti protettivi adeguati hanno portato a questa situazione fuori dal comune, in molti ospedali romeni. Dimissioni sono state registrate, negli ultimi giorni, all’Ospedale di Psichiatria e Neurologia di Braşov (centro), all’ospedale CFR di Timişoara (ovest) oppure all’Ospedale Clinico di Emergenza Arad (ovest). Molti hanno annunciato che intendono andare in pensione, mentre decine di dipendenti — medici, infermiere, barellieri e registratori — hanno preso congedi per malattia, rendendo ancora più difficile la situazione già abbastanza complicata.
Per far fronte a un afflusso di persone affette dal Coronavirus, la direzione dell’ospedale di Arad ha cominciato ad assumere personale medico a tempo determinato, per un periodo di 6 mesi. Mentre alcuni dipendenti del sistema sanitario lasciano il sistema colti dalla paura, c’è anche gente che, nonostante tutti gli inconvenienti, sceglie di restare e di dare una mano. E’ anche il caso degli infermieri che erano stati licenziati dall’Istituto Psichiatrico di Socola (nord-est) a causa delle restrizioni finanziarie. Loro affermano che desiderano lavorare e chiedono di essere mandati laddove c’è bisogno.
D’altra parte, si fanno sforzi anche per risolvere la situazione a Suceava (nord), dove, stando al manager ad interim del maggiore ospedale della zona, dr. Florin Filip, il numero delle persone contagiate dal nuovo coronavirus ammonta a centinaia e il personale medico rimasto è sopraffatto, dopo che la maggior parte dei medici e degli infermieri sono stati contagiati e messi in isolamento.
Il presidente Klaus Iohannis ha trasmesso un messaggio d’incoraggiamento al personale sanitario assicurandolo che le autorità fanno tutto quello che possono per garantire gli equipaggiamenti protettivi e il buono svolgimento dell’attività. “Sappiamo che vi è difficile, che siete in prima linea. Noi tutti, i romeni, vi guardiamo con speranza, con fiducia. Siete la linea di difesa della popolazione contro quest’epidemia. So che non è semplice e sappiamo tutti, purtroppo, che seguiranno giorni ancora più difficili, ma confidiamo in voi, e noi, le autorità, i politici, faremo tutto quello che è necessario per fornirvi i materiali di protezione di cui avete bisogno”, ha dichiarato Klaus Iohannis.
Il capo dello stato ha inoltre aggiunto che le autorità si occupano con priorità delle categorie più vulnerabili. C’è bisogno di più soldi per il sistema, ammoniscono gli specialisti. Nel 2017, le spese per il settore sanitario, in Romania, ammontavano al 5,2% del PIL, la più bassa percentuale registrata tra i Paesi dell’UE, quasi la metà della media comunitaria.