Politica, permane incertezza a Bucarest
La squadra di governo proposta dal premier incaricato Florin Cîţu è attesa in questi giorni dalle commissioni specializzate del Parlamento, per le audizioni che precedono il voto di investitura. Si tratta del terzo incontro del genere nel giro di pochi mesi. Sono gli stessi ministri accanto ai quali, lo scorso novembre, il leader liberale Ludovic Orban assumeva il governo dalla socialdemocratica Viorica Dancila, per essere sfiduciato a febbraio e fallire successivamente una nuova investitura, in seguito alla decisione della Corte Costituzione di dichiarare non conforme alla legge fondamentale la sua designazione alla premiership. L’unica nuova proposta rispetto al governo in carica è Lucian Heiuş al dicastero delle Finanze, visto che Florin Cîţu è stato incaricato come primo ministro.
Bogdan Matei, 03.03.2020, 12:15
Parallelamente alle audizioni, sono in corso negoziati con gli altri partiti per formare una maggioranza, tranne l’ex tandem governativo PDS-ALDE, spiegano i liberali. Il Partito Nazionale Liberale controlla solo il 20% dei seggi del Parlamento, ancora dominato come numeri dalla sinistra, cosicchè l’investitura del governo Cîţu richiede i voti di senatori e deputati di tutti gli schieramenti. Intanto, in seguito ai colloqui svoltisi ieri, Dan Barna, il leader dell’USR – terza forza del Parlamento, ha dichiarato che i liberali non gli hanno sollecitato nulla legato al voto di investitura e che l’incontro con Florin Cîţu è stato strettamente tecnico. Da parte sua, il leader dell’Unione democratica magiari di Romania, Kelemen Hunor, dice di non aver preso ancora una decisione sull’appoggio al nuovo governo liberale. Invece, i parlamentari di Pro Romania, dissidenti socialdemocratici guidati dall’ex premier Victor Ponta, hanno annunciato che saranno presenti in aula alla seduta di investitura, ma voteranno contro.
Infine, la posizione di PSD e ALDE non sembra neanche interessare i liberali. La loro mancanza di appetito nei negoziati spinge i commentatori ad affermare che il PNL, grande favorito nei consensi, tenta ancora di premere per le elezioni politiche anticipate, che richiedono la bocciatura di due governi nel giro di 60 giorni e lo scioglimento del Parlamento. Sostenitore di questa mossa, il capo dello stato Klaus Iohannis ammetteva che, in seguito alla decisione della Consulta di invalidare la designazione di Ludovic Orban alla carica di primo ministro, le chance di convocare le anticipate sono inferiori al 50%. Secondo gli esperti, il 21 giugno sarebbe la scadenza per la loro organizzazione. Da lì in poi, il Parlamento in carica entra negli ultimi sei mesi di mandato e non potrà più essere sciolto. Nei tre decenni di democrazia postcomunista, quantunque instabile fosse stata la scena politica di Bucarest, le elezioni anticipate non sono mai state convocate.