Una prima finanziaria in Romania
Per la prima volta nella storia, la Romania ha preso denaro in prestito a tassi negativi — lo ha reso pubblico il ministro delle Finanze in carica, Florin Cîţu. Secondo i dati resi pubblici dalla Banca Centrale, la somma presa in prestito dalle banche sul mercato interno ammonta a 150 milioni di euro, con un interesse del -0,11% all’anno.
Daniela Budu, 28.02.2020, 13:33
Florin Cîţu rileva che la Romania gode del sostegno e della fiducia degli investitori: “Gli investitori si fidano della Romania, perciò oggi abbiamo potuto prendere soldi in prestito a tassi di interesse negativi. Questo per eliminare qualsiasi ombra di sfiducia o di dubbio che quello che facciamo noi non sia benefico per la Romania. Oggi abbiamo questa prova chiara, la Romania prende prestiti a tassi negativi in euro ed è un risultato storico”.
Florin Cîţu ha spiegato che l’interesse negativo vuol dire che la somma che il ministero dovrà restituire alla scadenza, in questo caso nel mese di agosto, sarà inferiore alla somma presa in prestito. Il ministro ha inoltre aggiunto che tramite interessi negativi il peso dei prestiti non viene più passato alle generazioni future e che la Romania restituisce meno soldi di quanti ne ha presi. Gli interessi negativi sono strumenti adoperati negli ultimi anni da molte banche centrali dell’Europa e del mondo, per stimolare la concessione di mutui e per scoraggiare le compagnie e la popolazione a conservare il denaro in depositi.
Il prestito a tassi negativi giunge sullo sfondo dei moniti lanciati dagli economisti, secondo cui la Romania non può prendere prestiti allo stesso livello degli stati più sviluppati. L’economista capo della Banca Centrale della Romania, Valentin Lazea, afferma che i leader politici di Bucarest dovrebbero essere consapevoli dei principali motivi per cui il grado di indebitamento non può aumentare a qualsiasi livello.
Valentin Lazea spiega: “La Gran Bretagna, sebbene abbia complessivamente, a livello governativo, delle persone fisiche e delle compagnie, un debito totale di circa il 300% del PIL, i crediti concessi al resto del mondo sono maggiori, quindi ha più da prendere che da dare. La Romania, sebbene abbia un debito totale di circa il 120% del PIL – è la più recente cifra di cui io sia a conoscenza – da quasi due anni, ha pochissimo da incassare. La ricchezza di uno stato è data dalla sottrazione dei debiti dai soldi che deve incassare”.
Valentin Lazea è del parere che un valore del deficit di bilancio del 3% del PIL non sia per niente ottimo. Per un Paese come la Romania, afferma l’economista-capo della Banca Centrale, l’ideale sarebbe che il deficit fosse al massimo dell’1% e, nei periodi di crescita economica accentuata, ci dovrebbe essere un’eccedenza di bilancio.