Legge contro le pensioni speciali
All’inizio di un anno in cui sono previste elezioni amministrative e politiche, la classe politica romena è in gara per promuovere iniziative che siano apprezzate dal pubblico. Martedì, la Camera dei Deputati di Bucarest ha approvato, in sessione straordinaria, con 247 voti a favore, nessun voto contrario e 21 astensioni, il disegno di legge sull’abrogazione delle cosiddette pensioni speciali. Il risultato è stato categorico, ma i dibattiti precedenti – accesi. L’attuale e l’ex potere, i partiti Nazionale Liberale e Socialdemocratico, si sono accusati a vicenda di essere stati all’origine della concessione di privilegi a certe categorie professionali.
Bogdan Matei, 29.01.2020, 14:46
L’UDMR e l’ALDE hanno chiesto il rinvio dei dibattiti, mentre l’USR ha sollecitato, tra l’altro, proposte sul congelamento delle pensioni per i magistrati. Alla fine, sono state eliminate le pensioni di servizio concesse a parlamentari, giudici e procuratori, al personale ausiliare specializzato dei tribunali e delle procure, ai funzionari pubblici con statuto speciale, ai membri del corpo diplomatico e consolare e della Corte Costituzionale, al personale aeronautico civile e professionista. Tutte queste categorie beneficiavano di pensioni il cui valore non rispettava il principio di proporzionalità ai contributi pagati ed erano spesso definite come un’ingiustizia, un’iniquità e una sfida nei confronti dei milioni di pensionati romeni poveri. Non si toccano, però, le pensioni speciali degli ex militari, poliziotti oppure agenti dei servizi segreti. Sono stati esclusi dal disegno di legge anche gli emendamenti che prevedevano l’eliminazione della rendita vitalizia degli atleti e delle indennità concesse ad artisti, scienziati e membri delle unioni di creatori.
Il leader dei deputati liberali, Florin Roman, ha dichiarato che, tramite l’eliminazione delle pensioni speciali, si potranno trovare, almeno parzialmente, le risorse finanziarie necessarie per aumentare, come previsto, tutte le altre pensioni e i sussidi familiari. Il presidente dell’USR, Dan Barna, ha attirato l’attenzione che il documento legislativo contiene elementi che possono essere contestati alla Corte Costituzionale ed ha proposto, senza successo, l’introduzione di alcuni emendamenti che prevedevano, tra l’altro, il mantenimento delle pensioni di servizio per i magistrati, ma in una forma che stabiliva un loro congelamento. Il leader dei deputati socialdemocratici, Alfred Simonis, afferma che, nell’eventualità in cui la Corte decidesse che il documento è contrario alla Costituzione, potrebbe essere modificato nel Parlamento.
La Presidente dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia, Alina Corbu, ha ammonito, subito dopo il voto nella plenaria della Camera dei Deputati, che la legge è in contraddizione con una decisione precedente della Corte Costituzionale. Lei afferma che le pensioni di servizio dei magistrati fanno parte dell’insieme delle garanzie che danno carattere effettivo all’indipendenza e all’imparzialità dell’autorità giudiziaria. In precedenza, anche l’Ispezione Giudiziaria e alcune associazioni dei magistrati avevano accusato che l’eliminazione delle pensioni di servizio trasgredisce “brutalmente” i principi dell’indipendenza e dell’inamovibilità dei giudici, articoli della Costituzione e sentenze della CEDU.