Auschwitz, 75 anni dalla liberazione
Nonostante i 75 anni passati dalla liberazione dei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau, prosegue l’identificazione dei nomi dell’oltre un milione di vittime del più grande lager di sterminio nazista che, nell’estate del 1944, si stendeva su circa 40 kmq. Complessivamente, durante la seconda Guerra Mondiale, più di sei milioni di ebrei sono stati sterminati come vittime della Germania e dei suoi alleati. Parecchie centinaia di migliaia provenivano dalla Romania. Alcuni vennero deportati in Transnistria dal regime dittatoriale del maresciallo romeno Ion Antonescu. Altri sono stati inviati direttamente nei campi di concentramento nazisti dai fascisti ungheresi che occupavano il nord-ovest della Transilvania.
Mihai Pelin, 28.01.2020, 14:56
Nonostante i 75 anni passati dalla liberazione dei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau, prosegue l’identificazione dei nomi dell’oltre un milione di vittime del più grande lager di sterminio nazista che, nell’estate del 1944, si stendeva su circa 40 kmq. Complessivamente, durante la seconda Guerra Mondiale, più di sei milioni di ebrei sono stati sterminati come vittime della Germania e dei suoi alleati. Parecchie centinaia di migliaia provenivano dalla Romania. Alcuni vennero deportati in Transnistria dal regime dittatoriale del maresciallo romeno Ion Antonescu. Altri sono stati inviati direttamente nei campi di concentramento nazisti dai fascisti ungheresi che occupavano il nord-ovest della Transilvania.
Presente ieri alle cerimonie di Auschwitz nel Giorno della Memoria, il premier Ludovic Orban ha sottolineato che la Romania, per se stessa, ma anche come membro dell’Unione Europea, promuove la tolleranza tra la gente, la non discriminazione e la pace, riconfermandosi attivamente impegnata nel preservare la memoria della Shoah.
Dopo aver partecipato la scorsa settimana al Forum Mondiale sull’Olocausto svoltosi a Gerusalemme, il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha conferito sempre ieri onorificenze a più superstiti ebrei e rom. Degli ultimi, il capo dello stato ha dichiarato che le terribili sofferenze subite dalla loro comunità nei lager della Transnistria sono ancora insuffficientemente conosciute ed evocate, per cui è l’ora di portare all’attenzione l’Olocausto dei rom e rendere onore ai superstiti, che rappresentano ciascuno una voce dell’umanità contro il razzismo e la xenofobia.
Il presidente della Federazione delle Comunità Ebraiche di Romania, Aurel Vainer, ha spiegato che il conferimento delle onorificenze dimostra l’atteggiamento offensivo dello Stato romeno nei confronti dell’antisemitismo. Il conferimento delle onorificenze riveste un grande significato storico e non solo emozionale. E’ una verità il fatto che nell’odierna Romania noi, gli ebrei, godiamo di tutti i diritti e gli obblighi derivanti dalla cittadinanza. E’ un modello di comportamento nei confronti degli ebrei di Romania e di atteggiamento offensivo verso l’antisemitismo, il razzismo e la xenofobia, ha dichiarato Aurel Vainer.
Constantin Brăilă, superstite rom dell’Olocausto, deportato in Transnistria nel 1942, ha ricordato le sofferenze subite all’epoca. Track Si dormiva per terra, su torsoli di granoturco, non avevamo lenzuola, né sotto né sopra. Ci davano 250 grammi di cibo al giorno. Niente verdure, solo farina d’orzo, e ci facevano lavorare dal mattino alla sera, ha ricordato Constantin Brăilă. Accanto ai superstiti, il presidente Klaus Iohannis ha conferito onorificenze anche a istituzioni che svolgono un ruolo determinante nel preservare la memoria della Shoah.