La Romania e la crisi nel Golfo
Atteso con ansia, il discorso tenuto mercoledì sera, alla Casa Bianca, dal presidente americano Donald Trump ha dissipato, in una certa misura, i timori più terribili. Un confronto militare nella regione del Medio Oriente non sarebbe più imminente, invece ci sarebbe la possibilità di avviare negoziati per un nuovo accordo con l’Iran, le cui propensioni nucleari sono ben note. La dichiarazione di Donald Trump è arrivata in un momento in cui la situazione era diventata abbastanza tesa dopo l’uccisione da parte degli USA, a Bagdad, del generale iraniano Qassem Soleimani.
Roxana Vasile, 09.01.2020, 13:19
Mercoledì, il presidente Trump ha sottolineato, brevemente, che gli USA imporranno all’Iran sanzioni economiche supplementari e che solleciteranno alla NATO di impegnarsi molto di più nella regione. Egli ha inoltre chiesto alle grandi potenze, comprese la Russia e la Cina, di rinunciare all’accordo nucleare del 2015 con Teheran e di collaborare per la firma di una nuova intesa. L’intempestivo leader della Casa Bianca ha concluso con un messaggio: Gli USA sono pronti alla pace con tutti quelli che la desiderano. Gli attacchi contro alcune basi militari americane in Iraq precedenti questo discorso hanno allertato, però, la comunità internazionale, compresa la Romania, che ha deciso di rilocare temporaneamente i suoi 14 militari distaccati in Iraq. A Bucarest, le autorità al vertice hanno esortato ad un approccio calmo e diplomatico.
La Romania ribadisce fermamente il suo appello alla distensione. Possiamo inoltre informare che i militari romeni che fanno parte della coalizione contro DAESH non hanno subito danni, il che è una buona notizia. In più, tenuto conto che una serie di missili hanno colpito anche la regione di Erbil, dove c’è una comunità di circa 180 cittadini romeni, abbiamo potuto confermare, tramite il Consolato Generale della Romania a Erbil, che i cittadini romeni non hanno subito danni in seguito a questi sviluppi, ha dichiarato il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu.
Roxana Diaconescu vive nella zona da quasi un anno. Ha 35 anni, è dottoranda in scienze politiche e lavora per una ONG che si occupa di programmi di assistenza umanitaria. Non posso dire di aver sentito l’attacco iraniano, anche se vivo abbastanza vicino alla base militare dell’aeroporto. Non ho sentito i missili. Fino alla mattina, quando ho letto le notizie, non ho saputo cos’era successo. È stata una normale giornata lavorativa, sono andata al lavoro, ho mandato il bambino a scuola. Tutta la gente era alquanto preoccupata per ciò che sarebbe successo, se gli USA avessero risposto o meno a questi attacchi. Al momento non esistono ONG che mandino i loro expat dall’Iraq, ha detto Roxana Diaconescu a Radio Romania.
È importante calmare, in una certa misura, l’opinione pubblica – ha affermato il ministro della Difesa romeno, Nicolae Ciucă, il quale ha precisato che la situazione nel Medio Oriente continua ad essere monitorata e valutata, in modo da poter prendere a livello istituzionale tutte le misure che si impongono.