Il fascicolo Colectiv, si avvicinano le prime sentenze
Quest’anno, il 30 ottobre, si sono compiuti 4 anni da una delle maggiori tragedie in tempi di pace della storia della Romania – 64 persone, soprattutto giovani, sono morte e 200 sono rimaste ferite, di cui una si è ulteriormente suicidata, nell’incendio scoppiato durante uno spettacolo nel club Colectiv di Bucarest, con sede in una vecchia fabbrica. La tragedia è stata generata dagli effetti pirotecnici che avrebbero dovuto accompagnare la prestazione del gruppo rock invitato a tenere il concerto. Il fuoco artificiale ha acceso la spugna che rivestiva i pilastri e le pareti della sala sovraffollata del club, che aveva solo una porta di evacuazione. L’incendio è durato soli 153 secondi, ma alcuni spettatori sono morti subito, altri si sono calpestati cercando di avvicinarsi all’uscita, tutti gravemente feriti dalle fiamme e dal fumo.
Roxana Vasile, 03.12.2019, 13:24
Per due anni, il processo avviato in seguito a questa tragedia è stato bloccato per ragioni di procedura, mentre il giudice inizialmente designato a occuparsi del caso è andato in pensione. È stato sostituito da un altro, a ottobre 2018, il quale ha promesso di accelerare le procedure e ogni settimana ha ascoltato decine di testimoni e vittime. Gli ascolti si sono conclusi lunedì e una prima sentenza sarà pronunciata la prossima settimana, il 9 dicembre. La decisione del magistrato del Tribunale di Bucarest non sarà, però, definitiva.
Comunque, i procuratori hanno chiesto pene vicine alle sentenze massime, cioè di fino a 15 anni di reclusione, per tutti gli incolpati: due vigili del fuoco dipendenti dell’Ispettorato per le Situazioni d’Urgenza accusati di aver permesso il funzionamento del club, sebbene sapessero che non aveva il permesso di sicurezza antiincendio; l’ex sindaco del quarto rione in cui si trova il club, Cristian Popescu Piedone, e tre dei suoi collaboratori — per abuso o concorso in abuso d’ufficio; i tre proprietari del club Colectiv — per omicidio colposo in forma aggravata, lesioni personali colpose in forma aggravata e mancato adempimento alle misure legali di sicurezza e salute sul posto di lavoro; in fine, i pirotecnici che hanno installato i fuochi artificiali e la loro padrona. Inoltre, le parti civili del fascicolo — le famiglie dei giovani deceduti e le persone ferite — hanno chiesto che gli incolpati paghino, assieme alle istituzioni pubbliche, ingenti risarcimenti danni che ammontano a centinaia di milioni di euro. Nessuno degli accusati si considera colpevole di quanto accaduto, quindi hanno chiesto, tramite i loro avvocati, di essere assolti.
A livello politico, il prezzo per quanto successo nel club Colectiv il 30 ottobre 2015 è stato già pagato: il governo presieduto allora dal socialdemocratico Victor Ponta ha rassegnato le dimissioni in seguito alle pressioni delle decine di migliaia di manifestanti che hanno lanciato allora, in piazza, lo slogan La corruzione uccide”. Tuttavia, un superstite della tragedia di quattro anni fa era del parere, lunedì, al termine degli ascolti, che dal fascicolo Colectiv c’è qualcuno che manca — è lo stato romeno. “Se le cose non hanno funzionato e se sono morte persone, c’è tutto un sistema, rappresentato dallo stato romeno, che non è parte nel processo” – afferma lui.