Elezioni presidenziali in Romania
Sabato mattina si conclude la campagna elettorale per il primo turno delle elezioni presidenziali, coincisa, praticamente, con la crisi politica generata dalla sfiducia al governo socialdemocratico di Viorica Dancila, seguita dall’insediamento del gabinetto liberale di Ludovic Orban. Una campagna inevitabilmente messa in cono d’ombra dalla crisi politica. Sono quasi mancati la presentazione dei programmi e i faccia a faccia tra i competitori per la massima carica, cui aspirano 14 candidati, fatto definito dalla stampa come un regresso democratico.
Ştefan Stoica, 08.11.2019, 12:30
Sabato mattina si conclude la campagna elettorale per il primo turno delle elezioni presidenziali, coincisa, praticamente, con la crisi politica generata dalla sfiducia al governo socialdemocratico di Viorica Dancila, seguita dall’insediamento del gabinetto liberale di Ludovic Orban. Una campagna inevitabilmente messa in cono d’ombra dalla crisi politica. Sono quasi mancati la presentazione dei programmi e i faccia a faccia tra i competitori per la massima carica, cui aspirano 14 candidati, fatto definito dalla stampa come un regresso democratico.
Il presidente in carica, Klaus Iohannis, corre per il secondo mandato di cinque anni, appoggiato sempre dal Partito Nazionale Liberale. L’ex premier Viorica Dancila rappresenta i socialdemocratici di cui è anche leader. L’Alleanza USR-PLUS sfila con Dan Barna, il Partito del Movimento Popolare con Theodor Paleologu, mentre l’Unione Democratica Magiari di Romania con il suo leader, Kelemen Hunor. ProRomania e ALDE hanno creato l’Alleanza per UN UOMO appositamente per l’attore Mircea Diaconu. Questa la lista dei candidati appoggiati da partiti o gruppi parlamentari.
Gli altri aspiranti sono Viorel Catarama della Destra Liberale, Ramona-Ioana Bruynseels del Partito del Potere Umanista, Catalin Ivan dell’Alternativa per la Dignità Nazionale, l’indipendente Bogdan Marian Stanoevici, John-Ion Banu del Partito Nazione Romena, Sebastian-Constantin Popescu del Partito Nuova Romania, l’indipendente Alexandru Cumpanasu, e Ninel Peia del Partito della Stirpe Romena.
Le elezioni portano anche importanti novità. All’estero, i cittadini che, alle precedenti presidenziali e alle europee dello scorso maggio, hanno fatto file interminabili ai seggi elettorali, ora potranno votare per tutto il fine settimana, da venerdi a mezzogiorno fino a domenica sera. In ciascuna delle tre giornate, il programma potrà essere prolungato fino alle 23:59 al massimo se alle 21:00, in chiusura delle urne, all’interno dei seggi o fuori c’è ancora gente in attesa. Sempre per la prima volta, i romeni hanno avuto anche la possibilità di votare per corrispondenza. Per eliminare il rischio dell’affollamento, il numero dei seggi è stato praticamente raddoppiato rispetto alle elezioni europee, per arrivare a 835.
Tra i Paesi con il maggior numero di seggi si annoverano la Spagna – 143 rispetto alle 50 alle europee, Italia (142 rispetto alle 76 alle europee), Germania (80 rispetto a 25), Gran Bretagna e Francia (50 rispetto a 17). Complessivamente, nei Paesi dell’UE sono aperti 639 seggi. Nel Paese, si voterà solo domenica, 10 novembre, con il ballottaggio previsto fra due settimane, il 24 novembre. L’elezione del futuro presidente dal primo turno è, praticamente, impossibile, dal momento che ci vorrebbero i voti della metà più uno degli aventi diritto, cioè oltre 9 milioni.