Previsioni economiche europee
La Commissione stima anche una riduzione del consumo privato, che si confermerà, però, il principale motore di crescita, man mano che i redditi disponibili continueranno ad essere appoggiati da una politica fiscale espansiva e da solidi incrementi salariali. In ugual misura, la Commissione Europea anticipa anche una riduzione delle pressioni inflazionistiche in Romania. Da una punta annuale del 4,1% nel 2018, l’indice dei prezzi al consumo è sceso al 3,5% a settembre 2019, in seguito alla diminuzione delle tariffe per energia e generi alimentari. Per il 2019, è atteso un valore pari al 3,9%, per ritornare dall’anno prossimo al target della Banca Centrale, previsto al 2,5% (+/- un punto percentuale). D’altra parte, la Commissione ritiene che i rischi a queste stime provengono sia dall’interno che dall’estero. Un possibile rallentamento economico nei Paesi principali partner commerciali della Romania potrebbe ledere le esportazioni. Nel Paese, un calendario elettorale carico fino alla fine del 2020 e le recenti incertezze politiche potrebbero rinviare l’inizio delle riforme strutturali e intaccare sugli sforzi finalizzati alla riduzione degli squilibri macroeconomici.
Leyla Cheamil, 08.11.2019, 12:26
Inoltre, la Commissione Europea richiama l’attenzione che il deficit di bilancio aumenterà notevolmente con le spese destinate al pagamento delle pensioni. Le previsioni economiche di autunno anticipano un deficit governativo in crescita dal 3% nel 2018 fino al 3,6% nel 2019, in seguito ai notevoli incrementi salariali nel settore pubblico. Per il 2020, il deficit governativo è previsto al 4,4% del PIL, e al 6,1% nel 2021, in seguito alle elevate crescite delle pensioni nel 2019. Le previsioni di crescita nell’eurozona e nell’UE sono state riviste al ribasso per il 2019 e per i successivi due anni. Per l’Eurolandia, le previsioni anticipano una crescita del PIL dell’1,1% nel 2019 e dell’1,2% nel 2020 e 2021. Invece, nell’UE, le stime prevedono l’1,4% nel 2019, 2020 e 2021. La Commissione Europea richiama, però, l’attenzione che, nel futuro, gli stati membri potrebbero confrontarsi con difficoltà relative a dispute commerciali, tensioni geopolitiche crescenti, carenze persistenti nell’industria lavorativa o la Brexit.