Voto di investitura del governo nel Parlamento romeno
Il 10 ottobre, il governo socialdemocratico di Viorica Dăncilă è stato rimosso tramite mozione di sfiducia. Era la fine di un’agonia di un mese e mezzo, periodo in cui il PSD, gravemente danneggiato dopo il voto alle europee, ha funzionato con difficoltà in assenza del partner ALDE e senza legittimità, come hanno accusato la presidenza e l’opposizione. 238 parlamentari di tutti i partiti, il PSD compreso, hanno votato la mozione inoltrata dal PNL. Sarebbero bastati 233 voti contro il governo Dăncilă e di altrettanti ha bisogno ora anche quello proposto dal leader liberale Ludovic Orban per essere investito. È stato difficile per Orban negoziare sui voti con cui porre fine al governo PSD ed è ancora più difficile adesso ottenere quelli che portino il PNL dalla posizione di principale partito dell’opposizione a quella di unico partito al governo. Perché non tutti i parlamentari che hanno desiderato la partenza dei socialdemocratici dal governo vogliono che questi siano sostituiti dai liberali. È anche il caso dei parlamentari membri di Pro Romania, partito che si è staccato dal PSD criticandolo aspramente, ma che afferma di non abbandonare la sua visione di sinistra, incompatibile con quella del PNL.
Ştefan Stoica, 04.11.2019, 13:52
Orban si è presentato nel Parlamento con gli stessi ministri ascoltati la settimana scorsa nelle commissioni di specialità, anche se tre di loro avevano ricevuto voti negativi. Si tratta del senatore liberale Florin Cîţu, proposto al Ministero delle Finanze, del capo della filiale PNL Bucarest, Violeta Alexandru, designata a ricoprire la carica di ministro del Lavoro e del deputato liberale Ion Ştefan, candidato al Ministero dei Lavori Pubblici, Sviluppo e Amministrazione. Ludovic Orban afferma che il voto nelle commissioni sia stato strettamente politico e che si fida della sua equipe. Lui confida di poter ottenere i voti necessari per l’investitura, anche se permangono incertezze sull’esistenza o meno del quorum, nel contesto in cui il PSD ha già annunciato che non sarà presente. Il premier designato si basa sul sostegno di oltre 237 parlamentari del PNL, dell’USR, dell’UDMR, del PMP, dell’ALDE e delle minoranze nazionali, con cui ha firmato accordi politici di sostegno, ma anche di alcuni degli indipendenti e persino dei socialdemocratici e di PRO Romania. Ludovic Orban: Nonostante il boicottaggio, confido che riusciremo a dare alla Romania un governo legittimo, che cominci a lavorare già dal primo giorno e risolva i grandi problemi con cui si confronta la Romania. Abbiamo stabilito il livello di mobilitazione, tutti i dettagli dell’organizzazione per assicurarci di avere il quorum.”
La premier sfiduciata, Viorica Dăncilă, ha dichiarato che i socialdemocratici non saranno presenti in sala al momento della votazione ed ha minacciato con l’esclusione i socialdemocratici che ignorassero la decisione del partito. Viorica Dăncilă: Noi non possiamo approvare un programma che è contro i romeni. Non è importante sostituire una persona con un’altra. Dovranno dare una risposta ai pensionati, alle comunità locali, ai sindaci, a prescindere dal colore politico”.
Se otterrà la fiducia del Parlamento, il governo Ludovic Orban dovrà rispondere con celerità ad alcune sfide come la designazione del candidato per la carica di commissario europeo, dopo tre tentativi falliti del precedente governo, e il bilancio di previsione per l’anno prossimo.