Quattro anni dalla tragedia Colectiv
Venerdì 30 ottobre 2015, un devastante incendio ha avvolto il club Colectiv di Bucarest, durante un concerto rock ed ha distrutto le vite di centinaia di famiglie. Il fascicolo Colectiv è arrivato alla Procura Generale tre anni fa, dopo che le famiglie e gli amici delle vittime hanno sporto querela penale accusando esponenti del governo e del sistema sanitario del modo in cui sono intervenute le autorità dopo lo scoppio dell’incendio nel club Colectiv, i presunti reati essendo di negligenza nel lavoro ed omicidio colposo. Sono processati anche i proprietari e gli amministratori del club, che non aveva tutte le autorizzazioni necessarie, e i rappresentanti della compagnia che ha organizzato i fatali fuochi dartifico. Il prezzo politico per quanto accaduto allora è stato pagato: il governo di sinistra di Victor Ponta ha dato le dimissioni, in seguito alle pressioni delle decine di migliaia di manifestanti che hanno lanciato allora lo slogan La corruzione uccide”.
Ştefan Stoica, 30.10.2019, 14:35
Quando si parla di Colectiv, si usano spesso parole come incoscienza, indifferenza, negligenza. Da venerdì scorso, quando una pubblicazione ha distribuito su internet un filmato con il primo equipaggio dell’Ispettorato per le Situazioni d’Urgenza arrivato al posto della tragedia, i rimproveri rivolti alle autorità potrebbero essere estesi a incompetenza, tentativo di camuffamento della stessa, mancanza di compassione per le vittime. La videoregistrazione, di cui i giornalisti affermano che sia stata nascosta finora, fa vedere come i pompieri non offrono pronto soccorso alle vittime sul marciapiede, mentre i feriti vengono trasportati su pallet in legno. Ad un certo momento, il vice capo-ispettore dell’ISU cede e sembra rivolgere parolacce alle persone decedute. Lui smentisce le accuse, mentre l’ISU afferma che la registrazione non è stata tenuta segreta volutamente. I procuratori militati hanno però aperto un nuovo fascicolo penale in rem per omicidio colposo, lesione personale colposa, abuso d’ufficio, negligenza nel lavoro, sottrazione o distruzione di prove, in merito all’intervento delle autorità nell’incendio del club Colectiv, ma anche in merito all’occultamento da parte dei pompieri delle immagini video apparse ulteriormente nello spazio pubblico.
È stato inoltre avviato il perseguimento penale per reati di sottrazione e distruzione di prove o documenti relativi alle circostanze in cui militari dell’Ispettorato Generale per le Situazioni d’Urgenza hanno trattenuto e nascosto per un lungo periodo prove rappresentate da video-registrazioni oppure fotografie che coglievano momenti dopo l’incendio. I procuratori hanno disposto l’avvio dell’inchiesta penale anche per reati di vilipendio di cadaveri, affinché siano effettuate indagini sulle circostanze in cui, secondo le registrazioni audio-video apparse nello spazio pubblico, un militare avrebbe rivolto parole possibilmente di ingiuria ad alcune persone decedute. Ai traumi fisici si aggiunge ora l’orrore destato dalla conferma dei più cupi sospetti legati alle autorità.