Rapporto critico della Commissione Europea
Nelle sue ultime settimane di mandato, l’attuale Commissione Europea rivolge un nuovo e duro monito alla classe politica di Bucarest. Nel rapporto reso pubblico martedì, l’esecutivo europeo nota un regresso delle riforme e del rispetto dello stato di diritto e un’involuzione nel contrasto della corruzione. Stando alla Commissione Europea, le autorità romene non hanno applicato le raccomandazioni sulla revisione delle leggi sulla giustizia e quelle sul congelamento dell’entrata in vigore delle modifiche apportate ai Codici Penale e di Procedura Penale, suscettibili di fermare la lotta alla corruzione e di subordinare i magistrati al potere politico. Le istituzioni-chiave in Romania devono dare prova insieme di un impegno fermo a sostenere l’indipendenza del sistema giudiziario e la lotta alla corruzione — si legge ancora nel comunicato della Commissione.
Bogdan Matei, 23.10.2019, 13:28
A Bucarest, la ministra della Giustizia, Ana Birchal, afferma che la Romania è pronta ad assumersi un ruolo attivo nel consolidamento della costruzione europea, in cui la giustizia occupa un posto privilegiato. La DNA mantiene il suo impegno fermo a continuare l’attività di contrasto della corruzione al vertice con imparzialità e professionalità, però nota pure che nel rapporto MCV sono menzionati gli attacchi contro la sua attività, le modifiche successive apportate alla legislazione e la messa in dubbio delle autorità delle decisioni definitive. Fatto sta che l’attuale situazione rappresenta un motivo di preoccupazione per la Commissione, la quale propone il mantenimento del Meccanismo di Cooperazione e Verifica nel campo della giustizia, istituito già dal momento dell’adesione della Romania all’UE, nel 2007. Invece, per la confinante Bulgaria, che ha aderito all’UE contemporaneamente con la Romania, è stata raccomandata la rimozione della sorveglianza.
L’esperta di anticorruzione Laura Ştefan attira l’attenzione sul ruolo svolto dalla classe politica nel campo della giustizia. Laura Ştefan ha dichiarato a Radio Romania che i problemi segnalati nel rapporto MCV sono il risultato di un regresso iniziato nel 2017, dopo molti anni di progressi reali. Laura Ştefan: E’ ancora più grave questo rapporto, visto che non possiamo non fare un paragone con la Bulgaria, che paradossalmente riceve lodi, sebbene oggettivamente la Romania abbia fatto cose che la Bulgaria non si è mai nemmeno prefissa di fare. In Romania c’è stata veramente un’offensiva contro la corruzione al vertice, nelle istituzioni, ci sono state condanne e confische di patrimoni. In Romania non si è mai verificata una delinquenza di massa violenta, come è avvenuto nella confinante Bulgaria. Tutto ciò non può che destarci amarezza.”
Anche i giornalisti commentatori attribuiscono la severità della diagnosi posta da Bruxelles alle politiche applicate dai governi di sinistra che si sono succeduti negli ultimi anni. Presieduti da Sorin Grindeanu, Mihai Tudose o Viorica Dăncilă, tutti questi governi sono stati insediati e controllati dall’ex leader socialdemocratico, Liviu Dragnea, arrivato, alla fine, dietro le sbarre per atti di corruzione.