Laura Codruţa Kovesi, il primo procuratore-capo europeo
La Conferenza dei Presidenti del Parlamento Europeo, di cui fanno parte i leader dei gruppi politici, ha fatto, mercoledì, l’ultimo passo per la nomina della romena Laura Codruţa Kovesi nella carica di primo capo della Procura Europea. Lunedì, anche il Consiglio dell’Unione Europea aveva approvato l’insediamento della Kovesi nell’Ufficio del Procuratore Pubblico Europeo (EPPO — European Public Prosecutor’s Office). Idea lanciata e promossa costantemente da un’altra romena, l’ex ministra ed eurodeputata Monica Macovei, la Procura Europea dovrebbe essere operativa alla fine del 2020. Sarà un’istituzione indipendente, incaricata a indagare e a portare di fronte alla giustizia reati contro il bilancio dell’Unione, come la frode, la corruzione oppure la frode transfrontaliera sull’IVA di oltre 10 milioni di euro. La lista dei reati potrà essere ampliata nel futuro, per includere, ad esempio, gli atti di terrorismo.
Bogdan Matei, 17.10.2019, 14:09
Finora, 22 stati membri si sono affiancati alla Procura Europea. I cinque stati che non vi partecipano ancora — Svezia, Ungheria, Polonia, Irlanda e Danimarca — si potrebbero affiancare in qualsiasi momento. L’EPPO avrà la sede centrale a Lussemburgo e il suo staff sarà formato da un procuratore-capo e da un collegio dei procuratori di tutti i Paesi partecipanti. Loro coordineranno le indagini in corso svolte dai procuratori delegati in ciascuno stato partecipante.
Laura Codruţa Kovesi avrà un mandato di sette anni, che consisterà soprattutto nella creazione della struttura operativa e amministrativa della Procura Europea e nell’allacciamento di buoni rapporti di lavoro con le autorità giudiziarie nazionali. Promotrice della lotta alla corruzione per alcuni, capo di un sistema poliziesco abusivo per altri, la Kovesi è stata spesso considerata la donna più forte in Romania. Solo negli ultimi cinque anni, sotto il suo coordinamento, la DNA ha rinviato a giudizio 14 ministri ed e ministri e 53 parlamentari. 27 di loro sono stati già condannati in via definitiva. Nello stesso periodo, la Direzione ha disposto misure cautelari di oltre 2,3 miliardi di dollari.
Poco prima di essere rimossa dalla carica, a giugno 2018, dal presidente Klaus Iohannis, in seguito ad una decisione della Corte Costituzionale, lei ammetteva, però, a New York, in occasione di un dibattito organizzato presso la sede dell’ONU, che la maggiore sfida per la Romania è il mantenimento dell’indipendenza dei giudici e dei procuratori. “Ci sono stati tentativi ripetuti di modificare la legislazione anticorruzione per limitare gli strumenti legislativi utilizzati dai procuratori anticorruzione o per la depenalizzazione di alcuni reati. Ci sono state situazioni in cui è stata rifiutata la rimozione dell’immunità ai politici accusati di corruzione” — ha riassunto il capo della DNA la storia degli ultimi anni, in cui il governo di sinistra è stato accusato di cercare di fermare la lotta alla corruzione e di sottomettere i magistrati. Stando alla Kovesi, la sua nomina è anche una vittoria dei suoi compatrioti che, tramite impegno civico e proteste di strada, le sono stati sempre accanto, seguendo la sua esortazione del giorno in cui è stata rimossa dalla carica di capo della DNA: la corruzione può essere sconfitta, non mollate!