La settimana della mozione di sfiducia
La sorte del governo PSD di minoranza si deciderà giovedì, dopo il voto sulla mozione di sfiducia inoltrata dall’opposizione, la quale considera lo scioglimento dell’esecutivo presieduto da Viorica Dăncilă una condizione essenziale affinché la Romania torni alla normalità. “L’agenda pubblica è stata accaparrata negli ultimi due anni e mezzo dai problemi che alcuni membri del PSD hanno con la legge”, ha accusato, dall’opposizione, il senatore liberale Florin Cîţu, il quale ha letto il documento nella plenaria del legislativo. Nella mozione si afferma che la Romania perde opportunità ogni giorno in cui continua ad essere governata dall’attuale esecutivo — la chance di svilupparsi grazie ai fondi europei, l’opportunità di approfittare della crescita economica e di direzionare il surplus verso la costruzione di infrastruttura, ospedali regionali, scuole moderne.
Ştefan Stoica, 07.10.2019, 14:06
Perdiamo credibilità oltreconfine, di fronte ai nostri partner, perdiamo la chance di tenere i giovani a casa, si rileva nel testo della mozione. Non è stata la competenza alla base delle nomine fatte nei governi che si sono succeduti dopo le elezioni del 2016, afferma Florin Cîţu: “In due anni e otto mesi, si sono succeduti nel governo, più di 80 ministri, di cui alcuni di pessima qualità, nominati non per migliorare i risultati del governo, bensì per voti e interessi all’interno del principale partito al governo”.
Bersaglio prediletto delle critiche espresse dall’opposizione, la premier Viorica Dăncilă si è detta tuttavia fiduciosa che il suo Governo sopravvivrà, sebbene, alcuni parlamentari socialdemocratici siano tentati a lasciare pure loro il partito al potere, dopo che l’ALDE ha rotto la coalizione. Il capo dell’esecutivo esorta alla responsabilità: “Ci sono parecchi colleghi deputati e di altri partiti politici che si rendono conto che, in fondo, la stabilità in Romania e il modo in cui ci rapportiamo a questa mozione è molto importante per la Romania e per i romeni. Al di là della lotta politica, dobbiamo guardare oltre e, secondo me, alcuni leader politici non hanno imparato questo”.
È iniziata la settimana della mozione e, di conseguenza, anche i negoziati decisivi sui voti che potrebbero portare al crollo del governo Dăncilă. Quando il documento è stato inoltrato, aveva raccolto 237 firme da parte di tutti i partiti e i gruppi parlamentari – PNL, USR, PMP, UDMR, le minoranze nazionali diverse da quella ungherese e addirittura del PSD. Il leader del PNL, Ludovic Orban, conta su 244 voti nel Parlamento a favore della mozione di sfiducia, fatto che alleggerirebbe la missione dell’Opposizione. Per essere adottata, la mozione deve essere votata da 233 parlamentari. In questi quasi tre anni, l’Opposizione ha fallito in tutti i suoi tentativi di rovesciare i governi di sinistra. L’unico a far cadere tramite mozione di sfiducia un governo controllato dal PSD è stato il PSD stesso, su ordine dell’ex leader autoritario Liviu Dragnea, attualmente incarcerato per atti di corruzione. Il gesto politico, motivato dal bisogno di eliminare qualsiasi aspirazione all’autonomia governativa, è stato uno senza precedenti nella storia postcomunista della Romania.