La lista dei candidati alle presidenziali in Romania
Le elezioni presidenziali attirano come una calamita personaggi di ogni tipo, da protagonisti della scena politica, persone che si considerano in dovere di entrare in corsa per la carica più importante nello stato, fino a persone eccentriche o quasi anonime, alla ricerca, in generale, di una non meritata popolarità. E lo scrutinio di quest’anno non è un’eccezione.
Ştefan Stoica, 25.09.2019, 13:46
Le elezioni presidenziali attirano come una calamita personaggi di ogni tipo, da protagonisti della scena politica, persone che si considerano in dovere di entrare in corsa per la carica più importante nello stato, fino a persone eccentriche o quasi anonime, alla ricerca, in generale, di una non meritata popolarità. E lo scrutinio di quest’anno non è un’eccezione.
In più, alcune candidature sollevano seri dubbi per quando riguarda la loro legalità. L’Ufficio Elettorale Centrale ne ha bocciate alcune ed ha informato le istituzioni penali competenti, sospettando l’esistenza di irregolarità nelle liste contenenti le firme di sostegno presentate da più candidati aspiranti alla presidenza. Venerdì sarà annunciata la lista ufficiale dei candidati. Quelle già validate e che contano nei calcoli elettorali sono già conosciute.
Il candidato con grandi chance di vincere è l’attuale capo dello stato Klaus Iohannis, sostenuto dal PNL, il principale partito all’opposizione. Bene accolto a Washington, dove ha effettuato due visite nel corso del primo mandato, e a Bruxelles, il presidente in carica è stato il principale argine di fronte a ciò che lui stesso ha definito l’assalto del PSD contro il sistema giudiziario, realizzato tramite la controversa riforma promossa in materia penale e giudiziaria nei tre anni di governo dominato dai socialdemocratici. Klaus Iohannis è sostenuto da un partito forte, bene rappresentato nel territorio e, in questo momento, sembra un candidato difficile da superare.
Il suo principale controcandidato è il leader del PSD, la Viorica Dăncilă. I due hanno praticamente occupato la scena politica ed hanno accaparrato il discorso politico, tramite il conflitto con ramificazioni costituzionali tra la Presidenza e il Governo, iniziato nel momento in cui l’ALDE ha rotto l’alleanza con il PSD. Viorica Dăncilă ha ricevuto in eredità dal suo maestro, l’ex leader PSD Liviu Dragnea, incarcerato per corruzione, un governo e soprattutto un partito alla deriva. Tuttavia, stando ai commentatori, non va sottovalutata la capacità rigenerativa di questo partito, che si piazza al primo posto in Romania dal punto di vista del numero di membri e di sindaci.
Aspira però di arrivare nel secondo turno, al posto della Dăncilă, il rappresentante dell’Alleanza USR – PLUS, Dan Barna. E lo fa criticando ciò che lui ritiene la passività o la mancanza di reazione dell’attuale presidente in momenti in cui si sarebbe imposta un’azione pronta. Barna afferma a proposito di Iohannis e Dăncilă che entrambi appartengono alla vecchia classe politica.
Critiche nei confronti di Iohannis lancia anche la destra conservatrice, rappresentata dal professore, saggista e diplomatico Theodor Paleologu. L’attore Mircea Diaconu si dichiara un candidato diverso. Proclama la propria indipendenza, ma ha alle spalle due partiti nati da dissidenze: Pro Romania, la dissidenza socialdemocratica, e l’ALDE, quella liberale.
In fine, l’UDMR avrà un candidato proprio, il suo leader Kelemen Hunor. I voti della minoranza ungherese contano parecchio nel secondo turno. Il primo turno delle presidenziali avrà luogo il 10 novembre, mentre quello decisivo il 24 novembre.