Arbitraggio della CCR tra il Governo e la Presidenza
Il presidente deve rimuovere i ministri e nominare quelli ad interim che desidera la premier. In più, deve emanare subito i decreti che sanciscono tale pratica. Invece, il capo dello stato non è costretto a nominare i titolari, però deve motivare subito e per iscritto, perché rifiuta le proposte inoltrate dal primo-ministro. È in breve e con parole meno tecniche, la risposta data mercoledì dalla Corte Costituzionale di Bucarest, alla quale il capo socialdemocratico del Governo, Viorica Dăncilă, aveva chiesto di risolvere un conflitto giuridico di natura costituzionale tra l’Esecutivo e il presidente di destra Klaus Iohannis.
Roxana Vasile, 19.09.2019, 15:29
Sono otto i dicasteri con problemi, stando alla Dăncilă: una parte in seguito ad un rimpasto desiderato, verso fine agosto, dal PSD, il partito al potere, mentre un’altra dopo il ritiro dal governo, pochi giorni dopo, del partner ALDE. Dopo che la CCR ha annunciato la sua decisione, la premier Viorica Dăncilă ha reagito — il presidente Klaus Iohannis ha commesso un abuso, trasgredendo la Costituzione con cinismo e indifferenza e generando un blocco governativo.
Il capo dello stato, invece, lega l’imperativo di agire della CCR alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della sua motivazione. D’altra parte, afferma che la decisione dei magistrati non cambia per niente la situazione politica in cui si trova il Governo di Bucarest, accennando solo al ritiro dell’ALDE dal governo, e non al rimpasto desiderato in precedenza dal PSD.
Klaus Iohannis: “Constato, oggi, con soddisfazione, che anche la Corte Costituzionale della Romania è arrivata in modo corretto e inevitabile alla stessa conclusione alla quale io sono arrivato da tre settimane — il Governo Dăncilă ha perso la sua legittimità e deve andare subito davanti al Parlamento e chiedere un voto di fiducia.”
Il presidente Iohannis reinterpreta come gli piace, in chiave elettorale, una decisione obbligatoria della CCR — ha risposto la premier Viorica Dăncilă, precisando che andrà al Parlamento con una nuova proposta di Governo per la quale chiederà, senza paura, un voto di fiducia, affermazione rafforzata dal segretario generale del PSD, Mihai Fifor: “Non si è mai posto il problema che il governo Dăncilă non vada al Parlamento. Lo ha detto anche la premier ed è questo che faremo. Nel frattempo, aspettiamo di vedere i preparativi per la mozione di sfiducia dell’opposizione e il primo passo sembra sia questa mozione di sfiducia con la quale ci minacciano da mesi.”
Lo scontro senza precedenti tra i Palazzi, ma anche tra il Potere e l’Opposizione si è acutizzato a maggio, dopo le elezioni europee, e rischia di trasformarsi in una dura lotta man mano che si avvicina lo scrutinio presidenziale del prossimo novembre. Klaus Iohannis e Viorica Dăncilă sono due dei candidati alle presidenziali.