Agitazione politica a Bucarest
Il primo giorno della nuova sessione ordinaria del Parlamento di Bucarest è stato segnato dalle dimissioni del leader dell’ALDE, Calin Popescu Tariceanu, dalla carica di presidente del Senato. Dimissioni già annunciate dall’ex partner dei socialdemocratici, in concomittanza con il ritiro dalla coalizone governativa. Calin Popescu Tariceanu ha detto che è stato un presidente del Senato corretto, equilibrato ed equidistante, ma che non poteva andare avanti. Sono stato eletto in questo incarico in rappresentanza di un’alleanza politica e mi sembra normale lasciarlo una volta l’alleanza ha smesso di esistere, ha dichiarato Tariceanu.
Ştefan Stoica, 03.09.2019, 13:02
Il primo giorno della nuova sessione ordinaria del Parlamento di Bucarest è stato segnato dalle dimissioni del leader dell’ALDE, Calin Popescu Tariceanu, dalla carica di presidente del Senato. Dimissioni già annunciate dall’ex partner dei socialdemocratici, in concomittanza con il ritiro dalla coalizone governativa. Calin Popescu Tariceanu ha detto che è stato un presidente del Senato corretto, equilibrato ed equidistante, ma che non poteva andare avanti. Sono stato eletto in questo incarico in rappresentanza di un’alleanza politica e mi sembra normale lasciarlo una volta l’alleanza ha smesso di esistere, ha dichiarato Tariceanu.
Sorprendentemente, però, l’ALDE potrebbe mantenere la presidenza della camera alta tramite il vicepresidente Teodor Melescanu, proposto dai socialdemocratici stessi. L’incarico era dell’ALDE e noi abbiamo voluto dimostrare correttezza fino in fondo. Ho discusso con i miei colleghi anche all’incontro con il presidente della Camera dei deputati, e c’è stato un voto in Senato, ha spiegato la premier e leader socialdemocratica Viorica Dancila.
Teodor Melescanu ritiene benefica per l’ALDE la sua elezione alla presidenza del Senato. Questa carica di presidente garantisce il fatto che l’ALDE non subirà delle pressioni e offrirà ai miei colleghi una prospettiva per il futuro, ha detto Melescanu.
Nella politica romena, tutto ha un prezzo ed è negoziabile. E la tranquillità dell’ALDE potrebbe essere ottenuta in cambio del sostegno politico al governo di minoranza PSD, minacciato da una sfiducia. Il PNL, numero uno all’opposizione, ha annunciato negoziati con tutti i partiti, tranne il PSD, per rendere massime le chances di rimuovere il governo tramite una mozione di sfiducia.
Una volta iniziata la sessione parlamentare, saranno avviati i negoziati con tutti i partiti e gruppi rappresentati nel Legislativo, ovviamente tranne il PSD. Il testo della mozione elaborato dal Partito Nazionale Liberale farà l’oggetto dei negoziati con tutti i gruppi parlamentari. Pensate che si tratta di altri sei partiti o gruppi parlamentari che devono associarsi al PNL in questa azione volta a rimuovere il governo, ha dichiarato il leader liberale, Ludovic Orban.
Sempre dall’opposizione, l’Alleanza USR-PLUS continua a sollecitare elezioni anticipate, come condizione per affiancarsi ad un nuovo governo. Il leader dell’USR, Dan Barna, afferma che solo in questo modo potrà essere generata una nuova maggioranza parlamentare, in grado di promuovere le riforme di cui la Romania ha bisogno. Il suo partner, il leader di PLUS, Dacian Ciolos, si pronuncia per un governo di transizione fino alle eventuali anticipate.
Dalla complicatissima equazione parlamentare non possono essere esclusi il partito Pro Romania, staccata dal PSD sotto la guida dell’ex premier Victor Ponta, il Partito del Movimento Popolare, l’Unione Democratica Magiari di Romania o i deputati delle minoranze nazionali. Per tradizione, gli ultimi appoggiano il governo.