Previsioni della Banca Centrale sull’inflazione
La Banca Centrale della Romania ha mantenuto al 4,2% le previsioni inflazionistiche per la fine di quest’anno e prevede un’inflazione del 3,4% per la fine dell’anno prossimo. In occasione della presentazione del Rapporto trimestrale sull’inflazione, il governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu ha salutato l’intento del governo di mantenere il deficit di bilancio inferiore al 3% del Prodotto Interno Lordo. L’inflazione di base continua ad aumentare, mentre la cifra annua dell’indice dei prezzi di consumo ammonterà a valori superiori al 3,5%, superando quindi il livello che la Banca Centrale si era prefissa fino alla fine dell’anno, dopo di che tornerà gradualmente entro i limiti previsti, ha precisato Mugur Isărescu. Il governatore ha spiegato che i due principali fattori che determinano la crescita dei prezzi sono gli aumenti salariali e l’accumulo dell’eccesso di domanda ed ha affermato che le azioni della Banca Centrale sono volte ad arginare queste tendenze, senza però intaccare sui mutui. Il governatore della Banca Centrale ha inoltre aggiunto che l’inflazione di base ha registrato un acceleramento a giugno, il tasso inflazionistico annuo scendendo al 3,84%.
Mihai Pelin, 09.08.2019, 12:33
La Banca Centrale della Romania ha mantenuto al 4,2% le previsioni inflazionistiche per la fine di quest’anno e prevede un’inflazione del 3,4% per la fine dell’anno prossimo. In occasione della presentazione del Rapporto trimestrale sull’inflazione, il governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu ha salutato l’intento del governo di mantenere il deficit di bilancio inferiore al 3% del Prodotto Interno Lordo. L’inflazione di base continua ad aumentare, mentre la cifra annua dell’indice dei prezzi di consumo ammonterà a valori superiori al 3,5%, superando quindi il livello che la Banca Centrale si era prefissa fino alla fine dell’anno, dopo di che tornerà gradualmente entro i limiti previsti, ha precisato Mugur Isărescu. Il governatore ha spiegato che i due principali fattori che determinano la crescita dei prezzi sono gli aumenti salariali e l’accumulo dell’eccesso di domanda ed ha affermato che le azioni della Banca Centrale sono volte ad arginare queste tendenze, senza però intaccare sui mutui. Il governatore della Banca Centrale ha inoltre aggiunto che l’inflazione di base ha registrato un acceleramento a giugno, il tasso inflazionistico annuo scendendo al 3,84%.
Mugur Isărescu: “Affrontiamo questo problema di fondo, che si verifica nel nostro settore, della politica monetaria, cioè che l’inflazione di base si è accelerata nel contesto dell’accumulo di pressioni dal punto di vista della domanda e dei costi cui le compagnie devono far fronte. È ovvio che i prezzi sono spinti all’insù da un eccesso di domanda e, purtroppo, anche i costi, soprattutto quelli salariali, spingono i prezzi sempre in alto.”
Parallelamente si è intensificata anche l’attività economica. L’evoluzione è stata alquanto sorprendente, ha precisato il governatore, nel contesto in cui il consumo finale totale è l’elemento che solleva l’attività economica. D’altra parte, è necessario che anche le altre autorità statali adottino misure volte a diminuire i deficit di conto corrente, fiscale e di bilancio, è del parere il capo della Banca Centrale e l’approccio del Ministero delle Finanze di avere come obiettivo, anche dopo la manovra finanziaria, un target di deficit di bilancio leggermente inferiore a quello dell’anno scorso, è adeguato.
Mugur Isărescu: “Saluto questa decisione del governo di mantenere il deficit al 2,75%, altrimenti nonostante la manovra finanziaria, il budget sarebbe teso. Data la percentuale delle spese afferenti a stipendi e pensioni che supera il 70%, non c’è più molto da stanziare agli investimenti. Per quanto riguarda gli incassi, abbiamo un problema ancora più grave. In Romania c’è stata una gara di tagli di imposte. Sia la sinistra che la destra si sono vantate di diminuire di più le tasse e ora il livello degli incassi è inferiore al 27%.”
Nella sua opinione, l’approccio migliore sarebbe di fermare l’aggravamento dei deficit e di aggiustare gradualmente questi squilibri. I principali elementi che influiscono sull’evoluzione dell’inflazione riguardano la politica fiscale e degli incassi, il deficit di conto corrente, l’impatto del nuovo indice in base al quale saranno calcolati gli interessi per i prestiti, ma anche una serie di fattori esterni.