La riforma del Sistema 112
Il sistema unico delle chiamate di emergenza 112, gestito dal Servizio di Telecomunicazioni Speciali, non è perfetto, ma non si può neanche dire che sia inefficace, sarebbe scorretto! Ogni giorno si ricevono migliaia di chiamate e la maggior parte, se non tutte, sono trattate adeguatamente. La dichiarazione, un po’ contradittoria, appartiene al segretario di stato presso il Ministero dell’Interno, Raed Arafat, incaricato dalla premier Viorica Dăncilă, più di una settimana fa, a coordinare una commissione interistituzionale il cui scopo è di individuare soluzioni urgenti volte a rendere più brevi i tempi di risposta in situazioni critiche a livello dell’intero apparato statale.
Roxana Vasile, 08.08.2019, 14:39
Una situazione critica del genere è avvenuta il 25 luglio, a Caracal, nel sud della Romania, dove un’adolescente di 15 anni, rapita e stuprata, ha chiamato tre volte, disperata, il numero di emergenza 112, per chiedere aiuto. I poliziotti ci hanno messo diciannove ore per trovare la casa del sospetto ed entrarci, destando lo stupore ma anche la furia dell’opinione pubblica. Dichiarando che non permetterà a nessuno di giocare con la sicurezza e con la vita della gente, la premier Dăncilă ha chiesto misure urgenti.
Perciò, in base al principio “nessun sistema è perfetto”, il segretario di stato Raed Arafat ha annunciato quattordici misure volte a riformare il servizio 112. In una conferenza stampa, mercoledì sera, alla sede del Governo, egli ha precisato che dieci misure saranno applicate al massimo entro dodici mesi, mentre quattro sono pensate a medio termine — fra 12 e 36 mesi e a lungo termine — fino a 60 mesi.
Stando a Raed Arafat, a breve termine andrebbe migliorata la legislazione affinché sia accelerato il sistema di localizzazione e, in tal senso, si propone una bozza di ordinanza d’urgenza relativa anche alle schede telefoniche PrePay. Raed Arafat: “E’ stata fatta un’analisi sui primi sei mesi di quest’anno. Sul 47,7% delle chiamate non-urgenti, il 52,86% è stato rappresentato dalle chiamate abusive, mentre l’81% di quelle abusive, proveniva da schede telefoniche PrePay. Nell’ordinanza, ci si riferisce alle schede PrePay solo nel contesto delle chiamate al numero unico di emergenza. Solo allora, il fornitore di servizi di telefonia mobile deve svelare i dati del proprietario della scheda PrePay.”
Altre misure che verranno adottate a breve termine sono: la firma di un protocollo di collaborazione con Google, il test e poi l’introduzione del sistema di tipo AML – Advanced Mobile Location, la riconfigurazione dell’infrastruttura da parte degli operatori di telefonia mobile e la promozione dell’applicazione Apel 112 (Chiamata 112), sviluppata dal STS, di modo che funzioni come misura temporanea fino all’implementazione dell’AML. A medio e lungo termine si punterà sulla formazione di specialisti nel sistema 112 e sull’aumento del numero di centri nel Paese in cui saranno preparati.