Le modifiche ai Codici Penali, invalidate dalla Corte Costituzionale romena
Le modifiche recate dal Parlamento ai Codici Penale e di Procedura Penale sono incostituzionali nel loro insieme. Lo ha deciso, ieri, allunanimità, la Corte Costituzionale romena. La motivazione dei giudici è stata che il Parlamento non ha rispettato il suo obbligo ad allineare tutti i testi dei Codici penali con le precedenti decisioni della Corte. Fino a ieri, la Corte aveva rinviato sette volte una decisione in questo caso.
Daniela Budu, 30.07.2019, 14:19
Le modifiche recate dal Parlamento ai Codici Penale e di Procedura Penale sono incostituzionali nel loro insieme. Lo ha deciso, ieri, allunanimità, la Corte Costituzionale romena. La motivazione dei giudici è stata che il Parlamento non ha rispettato il suo obbligo ad allineare tutti i testi dei Codici penali con le precedenti decisioni della Corte. Fino a ieri, la Corte aveva rinviato sette volte una decisione in questo caso.
Tra le modifiche al Codice Penale contestate, la riduzione considerevole dei termini di prescrizione della responsabilità penale per I reati ad alto rischio sociale, in concomitanza con la riduzione del termine di prescrizione speciale, più esattamente, il suo dimezzamento. Altre modifiche contestate sono il dimezzamento delle pene per peculato e abuso dufficio, se gli autori dei reati risarciscono i danni entro lemissione di una sentenza definitiva, quindi non come prova del pentimento, e la depenalizzazione dellinadempimento dei doveri dufficio.
Le modifiche al Codice di Procedura Penale si riferivano, tra laltro, alle informazioni ottenute in base ai mandati di sicurezza nazionale, che non sono più utilizzabili nei fascicoli di diritto commune, anche se si tratta di corruzione, stupro oppure omicidio. Altri cambiamenti sono il divieto per i procuratori di prelevare durante le perquisizioni prove indicanti reati diversi da quello per cui è stata autorizzata la perquisizione e un massimo di un anno dal compimento del reato come termine per sporgere denuncia.
Le modifiche ai Codici penali sono state contestate alla Corte Costituzionale dal presidente romeno Klaus Iohannis e dai partiti allopposizione, lUnione Salvate Romania e il Partito Nazional-liberale, i quali affermano che questi ddl promossi dalla maggioranza PSD-ALDE (al governo) recano alla legislazione penale oltre 300 modifiche, che definiscono nocive. Klaus Iohannis ha salutato la decisione della Corte e chiede al Parlamento di bocciare integralmente le modifiche ai codici penali e di riconsiderare i cambiamenti già atti alle leggi sulla giustizia.
Anche il presidente del PNL, Ludovic Orban, chiede al Parlamento di bocciare integralmente i codici e di operare le eventuali modifiche tramite un nuovo ddl, sottoposto alla consultazione e al dibattito pubblico. Dal canto suo, lUnione Salvate Romania chiede, tra laltro, la nomina dei capi della polizia in base al merito.
Daltra parte, i leader della coalizione governativa hanno annunciato di preparare un decreto legge volto a migliorare il quadro legislativo. Il PSD e lALDE hanno deciso di convocare il Parlamento in sessione straordinaria, mentre la premier Viorica Dăncilă ha dato assicurazioni che il governo non sprecherà tempo.
Alla decisione della Corte Costituzionale romena di bocciare le modifiche ai Codici penali accenna anche la stampa internazionale. La Reuters scrive che nel momento del suo insediamento, nel 2016, il Governo PSD ha fatto una serie di modifiche nella legislazione e cambiamenti di personale che sono ritenuti minacce allindipendenza della giustizia e che hanno destato la preoccupazione dellUe, del Dipartimento di stato statunitense e di migliaia di magistrate romeni, mentre, dal canto suo, la Commissione di Venezia ha chiesto la loro abrogazione.