Moniti dalla Commissione Europea
La Commissione Europea ha informato la Romania, giovedì, che non ha portato a compimento gli obblighi che le spettano quale stato membro in più settori e che rischia le procedure di infrazione per il fallimento sistemico per quanto riguarda il monitoraggio dell’inquinamento, i servizi finanziari, la trasposizione delle norme sull’uso delle armi da fuoco, la migrazione illegale o la tutela dell’infanzia. L’esecutivo comunitario ha constatato che, tramite le modifiche apportate alla Legge sull’energia, viene mantenuto l’obbligo di vendere gas naturali con priorità sul mercato interno, il che è una trasgressione del diritto dell’UE e crea delle barriere non giustificate per le esportazioni di gas della Romania. Bucarest ha a disposizione due mesi per rispondere a queste accuse, altrimenti la Commissione può decidere di rivolgersi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Daniela Budu, 26.07.2019, 14:22
La stessa cosa potrebbe succedere se la Romania non si allinea alla legislazione europea sul mercato delle assicurazioni auto. La Commissione considera che l’emissione di polizze assicurative per certe categorie di autovetture, valide solo sul territorio della Romania, non sia conforme con la direttiva sull’assicurazione auto, tramite la quale si chiede che le polizze RC Auto coprano tutto lo spazio comunitario, in base ad un premio assicurativo unico. Allo stesso tempo, tre delle procedure di infrazione riguardano l’incapacità del Governo romeno di osservare gli impegni assunti per contrastare l’inquinamento. Nel caso del monitoraggio della qualità dell’aria, la Commissione Europea parla addirittura di un “fallimento sistemico”. A Bucarest, il Ministero dell’Ambiente ha reagito subito ai moniti: ammette che c’è un problema e promette di ristrutturare la rete nazionale di misurazione della qualità dell’aria. Il Ministero rileva, in un comunicato, che la Romania ha fatto, ultimamente, passi importanti per la sua modernizzazione ed efficacia.
In fine, per quanto riguarda i gas ad effetto serra, la Romania ha un ritardo di oltre due anni rispetto agli impegni nei confronti dell’UE, però il Ministero afferma che Bucarest ha fatto, anche in questo caso, progressi importanti e che un nuovo atto normativo è in corso di elaborazione. La Romania non è l’unico stato che ha ricevuto moniti dall’esecutivo comunitario. Nel mese di luglio, la Commissione Europea ha inviato circa 130 lettere di notifica dei ritardi nell’adempimento agli obblighi. Tra gli stati che le hanno ricevute si annoverano: Belgio, Rep. Ceca, Estonia, Polonia, Portogallo, Svezia, Ungheria o Spagna. Anche l’Austria ha ricevuto una notifica motivata, a causa dell’incompatibilità della sua legislazione sulla diminuzione degli assegni familiari per i bambini i cui genitori lavorano sul suo territorio, ma vivono in un altro stato dell’UE. L’indicizzazione degli assegni familiari si ripercuote anche sui cittadini romeni che lavorano in Austria e pagano contributi sociali.