Elezioni: dibattito per migliorare legislazione
E’ accaduto alle elezioni presidenziali del 2014, con un bis ancora più ampio alle europee del 26 maggio: decine di migliaia di romeni all’estero hanno fatto per ore file enormi per esercitare il diritto costituzionale al voto, e moltissimi non ce l’hanno fatta. Le umiliazioni subite dai cittadini romeni alle elezioni del 26 maggio non devono ripetersi mai più, ha ammonito il presidente Klaus Iohannis, spiegando che il Parlamento, il Governo, i Ministeri dell’Interno e degli Esteri, e l’Autorità Elettorale Permanente hanno l’obbligo di prendere tutte le misure necessarie per eliminare i fattori accertati come ostacoli al voto. Le misure – ha insistito il capo dello stato – devono riguardare tutti i tipi di elezioni e referendum.
Ştefan Stoica, 20.06.2019, 14:57
E’ accaduto alle elezioni presidenziali del 2014, con un bis ancora più ampio alle europee del 26 maggio: decine di migliaia di romeni all’estero hanno fatto per ore file enormi per esercitare il diritto costituzionale al voto, e moltissimi non ce l’hanno fatta. Le umiliazioni subite dai cittadini romeni alle elezioni del 26 maggio non devono ripetersi mai più, ha ammonito il presidente Klaus Iohannis, spiegando che il Parlamento, il Governo, i Ministeri dell’Interno e degli Esteri, e l’Autorità Elettorale Permanente hanno l’obbligo di prendere tutte le misure necessarie per eliminare i fattori accertati come ostacoli al voto. Le misure – ha insistito il capo dello stato – devono riguardare tutti i tipi di elezioni e referendum.
Un gruppo di lavoro costituito presso la Presidenza dopo gli incidenti del 26 maggio ha ascoltato le opinioni dei cittadini che vivono all’estero, delle autorità responsabili, delle ong e degli esperti nel campo elettorale, individuando insieme le misure da adottare per consentire il voto in condizioni decenti. Le misure interessano la sburocratizzazione del voto in tutti i seggi all’estero, la loro dotazione adeguata, la revisione della legislazione elettorale in materia di procedure da seguire alla chiusura delle urne, più seggi all’estero, l’introduzione del voto anticipato per l’elezione del presidente della Romania, l’estensione dell’esercitazione del diritto di voto per corrispondenza, che già esiste per le politiche, anche all’elezione del capo dello stato e a tutti gli altri tipi di elezioni, ha detto Klaus Iohannis.
Target diretto delle critiche arrivate da tutte le direzioni per la difettosa organizzazione del voto all’estero alle recenti europee, il PSD, numero uno della coalizione governativa, sostiene che non serviva più l’esortazione del presidente e che i socialdemocratici sono interessati a correggere tutte le disfunzioni. L’Autorità Elettorale Permanente ha già annunciato che presenterà la settimana prossima al governo una bozza di decreto d’urgenza sul voto per corrispondenza e il voto anticipato esteso. A quanto ho visto, l’AEP proporrebbe di estendere fino a sette giorni il voto anticipato per corrispondenza. Al momento, parecchi aspetti sono all’analisi. Una cosa è certa: vogliamo correggere le disfunzioni del 26 maggio, ha dichiarato il portavoce socialdemocratico, Mihai Fifor.
D’altra parte, la coalizione PSD-ALDE contempla la creazione di una commissione parlamentare d’inchiesa sul voto europeo, in seguito a certe informazioni su possibili frodi attraverso le liste supplementari, veicolate nello spazio pubblico. I sospetti sono ritenuti ridicoli dall’opposizione dei destra, la quale spiega che il voto multiplo era impossibile grazie alla registrazione elettronica dell’identità dei votanti.