Moldova, l’UE segue attentamente sviluppi
Sospiro di sollievo a Chisinau, Bucarest e Bruxelles in seguito allo scioglimento pacifico dell’allucinante impasse politica in Moldova. Dopo una settimana in cui due governi paralleli si attribuivano la legittimità, accusandosi a vicenda di golpe, e la Corte Costituzionale aveva annunciato lo scioglimento del Parlamento e la sospensione del presidente dall’incarico, i sostenitori del controverso oligarca Vlad Plahotniuc hanno ceduto e – con lui in primis – hanno cominciato ad espatriarsi. La squadra governativa di Pavel Filip, formata dal Partito democratico di Plahotniuc, è passata all’opposizione, mentre la Corte ha cancellato le proprie decisioni. Il presidente socialista filorusso Igor Dodon ha ripreso le prerogative, mentre il governo presieduto dalla proeuropea Maia Sandu, appoggiato dai socialisti e investito sin dall’8 giugno, è stato finalmente insediato.
Bogdan Matei, 18.06.2019, 13:54
Tra le prime dichiarazioni della Sandu spicca la promessa che la Moldova porterà avanti l’Accordo di associazione con l’UE, firmato nel 2014. Bruxelles ha salutato con prudenza questo impegno. L’Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari esteri, Federica Mogherini, ha esortato le nuove autorità di Chisinau ad attuare le riforme assunte tramite l’Accordo di associazione, se vogliono ottenere il pieno sostegno dell’Unione. Bruxelles segue molto attentamente gli sviluppi e incoraggia le autorità ad attuare le riforme che il Paese sta aspettando da tanto tempo, ha dichiarato la Mogherini. Da parte sua, il commissario all’allargamento, Johannes Hahn, ha annunciato di recarsi a Chisinau la settimana prossima, per discutere tutti i temi sensibili con il nuovo governo. La Moldova può contare sull’appoggio degli europei una volta saranno adempiuti i criteri riguardanti la supremazia della legge, la riforma giudiziaria e la pluralità nei media.
Particolarmente preoccupata della situazione nello stato confinante, dove vivono tre milioni di persone che parlano il romeno, Bucarest ha salutato, a sua volta, lo scioglimento pacifico della crisi. Il presidente Klaus Iohannis, la premier Viorica Dancila, il ministro degli Esteri, Teodor Melescanu, hanno ribadito l’appoggio della Romania alla normalizzazione della situazione a Chisinau e alle aspirazioni europee della Moldova. I commentatori sono, però, abbastanza scettici sulla nuova maggioranza destra-sinistra. Ritenuta da molti come contraria alla natura, l’associazione dei socialisti filorussi con i proeuropei ha evocato una simile alleanza, vista 15 anni fa, quando l’ex partito unico comunista filorusso ha fatto entrare al governo i più accaniti avversari – i democristiani – antisovietici e sostenitori della riunificazione con la Romania. Dopo qualche anno, quella coalizione andata in fallimento è stata spazzata via dal governo da una violenta rivolta popolare, e oggi nè i comunisti nè i democristiani si vedono più al Parlamento.