Crescita economica record
L’economia romena ha registrato, nei primi tre mesi di quest’anno, una crescita economica del 5% rispetto allo stesso periodo del 2018 — lo rilevano le prime stime rese pubbliche giovedì dall’Istituto Nazionale di Statistica. Rispetto agli ultimi tre mesi dell’anno scorso, l’avanzo è dell’1,3%. L’Eurostat, l’Ufficio di statistica dell’UE, conferma l’evoluzione positiva, accennando ad una crescita economica romena del 5,1% nel periodo gennaio-marzo 2019. La Romania è superata solo dall’Ungheria, col 5,2% ed è seguita dalla Polonia con il 4,6%.
Secondo il Programma di convergenza 2019 – 2022 pubblicato dal Ministero delle Finanze, quest’anno è stimata una crescita economica del 5,5%, in seguito ad un contributo positivo della domanda interna e ad un apporto leggermente negativo dell’esportazione netta. Una settimana fa, la Commissione Europea ha rivisto, al ribasso, al 3,3% le stime relative alla crescita dell’economia romena quest’anno, nel contesto in cui, a gennaio, l’Esecutivo comunitario indicava un avanzo del prodotto interno lordo del 3,8%. Inoltre, a inizio aprile, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso dal 3,4%, al 3,1%, le stime sull’evoluzione dell’economia romena nel 2019. Dal canto suo, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo stimava, l’8 maggio, che l’economia romena avrebbe registrato, quest’anno, una crescita del 3,2%, mentre l’avanzo previsto a novembre era del 3,6%.
D’altra parte, il governatore della Banca Centrale della Romania, Mugur Isărescu, ha annunciato che l’inflazione è aumentata, nei mesi di marzo ed aprile, superando il livello previsto e che continuerà ad essere superiore al 3,5%. Egli ha spiegato che tra i fattori che mantengono un tasso inflazionistico alto in Romania si annoverano i prezzi in aumento per le verdure, la frutta, i combustibili e il tabacco e la tassa imposta alle compagnie di telecomunicazioni, tramite la controversa Ordinanza 114. Il Governatore della Banca Centrale della Romania ha menzionato anche l’indice di riferimento trimestrale per i crediti concessi ai consumatori – IRCC, tramite cui si mira a diminuire le rate pagate dai romeni. L’indice sostituisce il ROBOR, in base al quale venivano calcolati gli interessi per i mutui in lei, indice stabilito in funzione degli interessi dei prestiti interbancari.
Mugur Isărescu: Le incertezze e i rischi associati alla prospettiva inflazionistica continuano ad essere legati all’impatto della serie di misure fiscali e di bilancio implementate quest’anno, incluso quello della tassa sugli attivi bancari e del nuovo indice IRCC sulla concessione dei mutui e sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Incertezze e rischi significativi sono connessi alla condotta della politica fiscale e a quella sui redditi e le condizioni sul mercato del lavoro. Resta ancora preoccupante l’evoluzione del deficit di conto corrente. Il governatore della Banca Centrale ha inoltre precisato che la tendenza delle banche di Romania è di concedere crediti in lei con interessi a tasso fisso.
Leyla Cheamil, 16.05.2019, 14:06
L’economia romena ha registrato, nei primi tre mesi di quest’anno, una crescita economica del 5% rispetto allo stesso periodo del 2018 — lo rilevano le prime stime rese pubbliche giovedì dall’Istituto Nazionale di Statistica. Rispetto agli ultimi tre mesi dell’anno scorso, l’avanzo è dell’1,3%. L’Eurostat, l’Ufficio di statistica dell’UE, conferma l’evoluzione positiva, accennando ad una crescita economica romena del 5,1% nel periodo gennaio-marzo 2019. La Romania è superata solo dall’Ungheria, col 5,2% ed è seguita dalla Polonia con il 4,6%.
Secondo il Programma di convergenza 2019 – 2022 pubblicato dal Ministero delle Finanze, quest’anno è stimata una crescita economica del 5,5%, in seguito ad un contributo positivo della domanda interna e ad un apporto leggermente negativo dell’esportazione netta. Una settimana fa, la Commissione Europea ha rivisto, al ribasso, al 3,3% le stime relative alla crescita dell’economia romena quest’anno, nel contesto in cui, a gennaio, l’Esecutivo comunitario indicava un avanzo del prodotto interno lordo del 3,8%. Inoltre, a inizio aprile, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso dal 3,4%, al 3,1%, le stime sull’evoluzione dell’economia romena nel 2019. Dal canto suo, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo stimava, l’8 maggio, che l’economia romena avrebbe registrato, quest’anno, una crescita del 3,2%, mentre l’avanzo previsto a novembre era del 3,6%.
D’altra parte, il governatore della Banca Centrale della Romania, Mugur Isărescu, ha annunciato che l’inflazione è aumentata, nei mesi di marzo ed aprile, superando il livello previsto e che continuerà ad essere superiore al 3,5%. Egli ha spiegato che tra i fattori che mantengono un tasso inflazionistico alto in Romania si annoverano i prezzi in aumento per le verdure, la frutta, i combustibili e il tabacco e la tassa imposta alle compagnie di telecomunicazioni, tramite la controversa Ordinanza 114. Il Governatore della Banca Centrale della Romania ha menzionato anche l’indice di riferimento trimestrale per i crediti concessi ai consumatori – IRCC, tramite cui si mira a diminuire le rate pagate dai romeni. L’indice sostituisce il ROBOR, in base al quale venivano calcolati gli interessi per i mutui in lei, indice stabilito in funzione degli interessi dei prestiti interbancari.
Mugur Isărescu: Le incertezze e i rischi associati alla prospettiva inflazionistica continuano ad essere legati all’impatto della serie di misure fiscali e di bilancio implementate quest’anno, incluso quello della tassa sugli attivi bancari e del nuovo indice IRCC sulla concessione dei mutui e sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Incertezze e rischi significativi sono connessi alla condotta della politica fiscale e a quella sui redditi e le condizioni sul mercato del lavoro. Resta ancora preoccupante l’evoluzione del deficit di conto corrente. Il governatore della Banca Centrale ha inoltre precisato che la tendenza delle banche di Romania è di concedere crediti in lei con interessi a tasso fisso.