Norme sui servizi taxi
Sul mercato romeno dei servizi taxi è stato raggiunto un fragile armistizio. Le modifiche apportate dal Governo alla legge che regola questo settore sono entrate in vigore. Adottate in seguito alle veementi proteste dei cosiddetti tassisti professionisti, esse eliminano il sintagma “ripetutamente”, di cui i poliziotti dicevano che impediva loro di punire veramente gli autisti che offrivano servizi di taxi mascherati, con o senza l’ausilio delle applicazioni per i telefonini. D’ora in poi, un autista che effettua trasporto di persone a pagamento, ma senza essere in possesso di una licenza di taxi classica, può essere multato sul posto e la sua macchina non può più essere utilizzata per sei mesi.
Il portavoce della Polizia Stradale di Bucarest, Andra Arsintescu, ha dichiarato a Radio Romania: Nel caso in cui non hanno autorizzazione di trasporto di tipo taxi o noleggio, sono previste multe comprese tra 25.000 lei (più di 5000 euro) e 50.000 lei (più di 10 mii), mentre nel caso in cui l’autorizzazione di taxi o noleggio non è valida, la sanzione è compresa tra 1.000 lei (circa 200 euro) e 5.000 lei (circa 1000 euro). Oltre alle multe, viene sospeso anche il diritto a utilizzare l’autovettura e confiscate le targhe per un periodo di sei mesi.”
I membri dell’Esecutivo hanno assicurato che emaneranno un nuovo atto normativo volto a regolare il mercato di trasporto alternativo, di tipo Uber o Clever. Il progetto è ancora in fase di elaborazione presso il Ministero dei Trasporti. Stando ai rappresentanti del ministero, i ritardi sono dovuti al fatto che si stanno cercando soluzioni giuridiche volte a garantire un regime non discriminatorio sul mercato.
I rappresentanti delle applicazioni alternative di taxi affermano che la loro attività non sarà chiusa, ma spetterà agli autisti decidere se uscire o no al lavoro. Le dure sanzioni imposte agli utilizzatori delle piattaforme digitali che fanno da intermediari per le corse sono apparse dopo mesi di pressioni insistenti delle compagnie di taxi classiche. Migliaia di dipendenti di queste ultime, con le loro macchine, hanno presidiato ripetutamente la sede del Governo per chiedere l’eliminazione della concorrenza, a loro avviso, sleale. Quello che loro definivano con il termine generico di autisti Uber” non avevano obblighi legali simili a quelli dei tassisti e, un fatto ancora più grave, i loro incassi non erano fiscalizzati.
La guerra dei taxi ha provocato passioni anche tra i clienti. Molti lamentano la maleducazione dei tassisti classici e l’evasione fiscale praticata pure da loro quando non rilasciano ricevute fiscali. Sono inoltre ben conosciute le furberie alle quali ricorrono per incassare di più, o scegliendo itinerari più lunghi, o modificando il contatore a bordo con un famoso aggeggio contraffatto che aumenta artificialmente il costo del viaggio.
Bogdan Matei, 16.05.2019, 13:31