2019, Anno omaggio alle vittime del comunismo in Romania
Il presidente Klaus Iohannis ha firmato i decreti per la decorazione del Memoriale delle Vittime del Comunismo e della Resistenza di Sighet (nord-ovest) e dellAssociazione “Memoriale della Rivoluzione 16 – 22 Dicembre 1989 Timişoara (ovest). La decisione è stata presa in vista della celebrazione del 30mo anniversario della Rivoluzione Romena, in segno di apprezzamento e riconoscenza per limportante attività di ricerca sul fenomeno totalitario e di promozione dei valori nazionali ed europei.
Sighet e Timişoara sono dei punti di riferimento fondamentali sulla carta della Romania martirizzata dal comunismo. Fondato, sotto legida del Consiglio dEuropa, dalla poetessa e dissidente Ana Blandiana, il Memoriale è stato allestito nellex prigione in cui i comunisti hanno incarcerato e ucciso decine di politici democratici, generali e alti prelati del periodo interbellico. Mentre lassociazione di Timişoara riunisce molti di coloro che, a dicembre 1989, hanno acceso la fiamma della Rivoluzione che avrebbe raggiunto poi lapice, a Bucarest, con la fuga del dittatore Nicolae Ceauşescu.
Il capo dello stato ha annunciato che dichiarerà il 2019 lAnno della Riconoscenza, lunedì, 20 maggio, data alla quale si sono svolte, nel 1990, le prime elezioni libere nella Romania postcomunista. Klaus Iohannis: E lanno in cui voglio che mostriamo la nostra riconoscenza nei confronti di coloro che hanno reso possibile il grande cambiamento del dicembre ’89 e alcuni, più critici, mi hanno chiesto, bene, allora perché cominciare a maggio? È semplice: io desidero dichiarare il 2019 lanno della riconoscenza, che si conclude a dicembre con una grande festa in onore della Rivoluzione dell89 e inizio proprio il giorno in cui è cominciato il voto democratico in Romania. Le prime elezioni libere in Romania si sono svolte, se ricordate, il 20 maggio 1990.
Voci della politica, della società civile e della stampa hanno già salutato, lannuncio di Klaus Iohannis. Questo ha suscitato, però, anche critiche accese. Il capo dello stato, il quale ha già annunciato di candidarsi per un secondo mandato di presidente, è accusato di trasformare lomaggio alla resistenza anticomunista in un tema di campagna. Un suo potenziale contro-candidato, il presidente del Senato, Călin Popescu-Tăriceanu, accusa che tale iniziativa miri a “utilizzare a scopi elettorali alcuni elementi emozionali – “lallontanamento del comunismo, il sacrificio dei martiri e la riscoperta della libertà. Anche il figlio della più famosa oppositrice di Ceauşescu, la professoressa Doina Cornea, Leontin Iuhas, lui stesso arrestato dalla Securitate (la polizia politica della dittatura), ha annunciato che rifiuta di partecipare alle cerimonie patrocinate dal presidente.
Alcuni commentatori non nascondono la loro delusione che il processo elettorale minaccia di coprire un tema tragico. Insediata alla fine della seconda guerra mondiale dalle truppe di occupazione sovietiche, la dittatura comunista ha riempito la Romania di lager e prigioni in cui, stando agli storici, sono state incarcerate, lungo un periodo di 50 anni, almeno 600 mila persone. Daltronde, nel 2006, lex capo dello stato, Traian Băsescu, ha condannato, in una dichiarazione ufficiale, il regime comunista definendolo criminale e illegittimo.
Bogdan Matei, 15.05.2019, 13:16
Il presidente Klaus Iohannis ha firmato i decreti per la decorazione del Memoriale delle Vittime del Comunismo e della Resistenza di Sighet (nord-ovest) e dellAssociazione “Memoriale della Rivoluzione 16 – 22 Dicembre 1989 Timişoara (ovest). La decisione è stata presa in vista della celebrazione del 30mo anniversario della Rivoluzione Romena, in segno di apprezzamento e riconoscenza per limportante attività di ricerca sul fenomeno totalitario e di promozione dei valori nazionali ed europei.
Sighet e Timişoara sono dei punti di riferimento fondamentali sulla carta della Romania martirizzata dal comunismo. Fondato, sotto legida del Consiglio dEuropa, dalla poetessa e dissidente Ana Blandiana, il Memoriale è stato allestito nellex prigione in cui i comunisti hanno incarcerato e ucciso decine di politici democratici, generali e alti prelati del periodo interbellico. Mentre lassociazione di Timişoara riunisce molti di coloro che, a dicembre 1989, hanno acceso la fiamma della Rivoluzione che avrebbe raggiunto poi lapice, a Bucarest, con la fuga del dittatore Nicolae Ceauşescu.
Il capo dello stato ha annunciato che dichiarerà il 2019 lAnno della Riconoscenza, lunedì, 20 maggio, data alla quale si sono svolte, nel 1990, le prime elezioni libere nella Romania postcomunista. Klaus Iohannis: E lanno in cui voglio che mostriamo la nostra riconoscenza nei confronti di coloro che hanno reso possibile il grande cambiamento del dicembre ’89 e alcuni, più critici, mi hanno chiesto, bene, allora perché cominciare a maggio? È semplice: io desidero dichiarare il 2019 lanno della riconoscenza, che si conclude a dicembre con una grande festa in onore della Rivoluzione dell89 e inizio proprio il giorno in cui è cominciato il voto democratico in Romania. Le prime elezioni libere in Romania si sono svolte, se ricordate, il 20 maggio 1990.
Voci della politica, della società civile e della stampa hanno già salutato, lannuncio di Klaus Iohannis. Questo ha suscitato, però, anche critiche accese. Il capo dello stato, il quale ha già annunciato di candidarsi per un secondo mandato di presidente, è accusato di trasformare lomaggio alla resistenza anticomunista in un tema di campagna. Un suo potenziale contro-candidato, il presidente del Senato, Călin Popescu-Tăriceanu, accusa che tale iniziativa miri a “utilizzare a scopi elettorali alcuni elementi emozionali – “lallontanamento del comunismo, il sacrificio dei martiri e la riscoperta della libertà. Anche il figlio della più famosa oppositrice di Ceauşescu, la professoressa Doina Cornea, Leontin Iuhas, lui stesso arrestato dalla Securitate (la polizia politica della dittatura), ha annunciato che rifiuta di partecipare alle cerimonie patrocinate dal presidente.
Alcuni commentatori non nascondono la loro delusione che il processo elettorale minaccia di coprire un tema tragico. Insediata alla fine della seconda guerra mondiale dalle truppe di occupazione sovietiche, la dittatura comunista ha riempito la Romania di lager e prigioni in cui, stando agli storici, sono state incarcerate, lungo un periodo di 50 anni, almeno 600 mila persone. Daltronde, nel 2006, lex capo dello stato, Traian Băsescu, ha condannato, in una dichiarazione ufficiale, il regime comunista definendolo criminale e illegittimo.