Infrastruttura, servono misure rapide in Romania
A fine febbraio, quando ha assunto il mandato, il ministro dei Trasporti romeno, Razvan Cuc, ha promesso di passare più tempo sui cantieri aperti per la costruzione delle strade che nel suo ufficio di Bucarest. E i media riferiscono costantemente delle sue visite nel Paese. Ieri, il ministro ha controllato a che punto sono arrivati i lavori di riparazione al 36/o km dell’Autostrada A1, che collega la capitale Bucarest alla città di Pitesti, nel sud della Romania. Scontento della lentezza, il ministro ha sollecitato delle soluzioni in 24 ore e lavori ultimati entro 30 giorni.
Roxana Vasile, 13.05.2019, 13:30
A fine febbraio, quando ha assunto il mandato, il ministro dei Trasporti romeno, Razvan Cuc, ha promesso di passare più tempo sui cantieri aperti per la costruzione delle strade che nel suo ufficio di Bucarest. E i media riferiscono costantemente delle sue visite nel Paese. Ieri, il ministro ha controllato a che punto sono arrivati i lavori di riparazione al 36/o km dell’Autostrada A1, che collega la capitale Bucarest alla città di Pitesti, nel sud della Romania. Scontento della lentezza, il ministro ha sollecitato delle soluzioni in 24 ore e lavori ultimati entro 30 giorni.
Nei giorni scorsi, Razvan Cuc si era recato in provincia di Satu Mare, nel nord-ovest, per visitare il cantiere della tangenziale dell’omonimo capoluogo, dopo di che, sabato, è andato in provincia di Salaj. Voglio vedere dei risultati, vedere dei cantieri aperti in gran numero nel Paese e, laddove le promesse assunte non saranno rispettate, i direttori verranno revocati dall’incarico, ha detto il ministro.
Ogni giorno, in Romania si registrano cinque decessi provocati da incidenti stradali. In oltre 30.000 incidenti all’anno, circa 2000 persone perdono la vita. Come sicurezza stradale, la Romania si piazza all’ultimo posto nell’UE. 30 anni dopo la Rivoluzione anticomunista e 12 dopo l’ingresso del Paese nell’Unione, non c’è nemmeno un’autostrada che attraversi i Monti Carpazi.
Alla fine del 2018, la Romania contava solo circa 800 km di autostrade, di cui un centinaio ereditato dai tempi della dittatura di Nicolae Ceausescu. Nessuna, però, dal centro al sud o dal centro all’est del Paese. I pochi tratti autostradali costruiti finora agevolano piuttosto il collegamento con l’Occidente che l’arrivo degli abitanti della Transilvania a Bucarest o sul litorale del Mar Nero.
Solo strade a due corsie, che ogni 10 km attraversano una località con limiti di velocità, gente che va in bici senza segnaletica adeguata, trattori, carrozze trainate da cavalli, cantieri, ostacoli e buchi non segnati. Cosicchè, per percorrere 350 km, ci vogliono persino sei ore di traffico. Al Parlamento ci sono delle leggi che obbligano lo stato a lavorare con priorità a questi progetti.
L’Unione europea sta quasi supplicando le autorità di Bucarest di attirare fondi per costruire strade ad alta velocità. Eppure, le cose si muovono difficilmente. Oltre all’indolenza di coloro che hanno tenuto le redini lungo gli anni, la burocrazia è stata un altro ostacolo, come anche la selezione di certi costruttori, stranieri compresi, interessati principalmente a gonfiare i propri conti.