Il presidente del Senato, assolto
L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia ha assolto, in via definitiva, lunedì, il presidente del Senato romeno, Călin Popescu-Tăriceanu, nel fascicolo in cui era accusato di falsa testimonianza, un dossier in cui sono accusate più persone, collegate alla stampa, all’ambiente d’affari e alla politica. Un collegio giudicante formato da cinque giudici dell’Alta Corte ha respinto il ricorso fatto dalla Direzione Nazionale Anticorruzione. La decisione è stata presa con la maggioranza dei voti dei cinque membri del collegio.
România Internațional, 23.04.2019, 13:56
L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia ha assolto, in via definitiva, lunedì, il presidente del Senato romeno, Călin Popescu-Tăriceanu, nel fascicolo in cui era accusato di falsa testimonianza, un dossier in cui sono accusate più persone, collegate alla stampa, all’ambiente d’affari e alla politica. Un collegio giudicante formato da cinque giudici dell’Alta Corte ha respinto il ricorso fatto dalla Direzione Nazionale Anticorruzione. La decisione è stata presa con la maggioranza dei voti dei cinque membri del collegio.
C’è stata anche un’opinione separata di uno dei giudici, che ha ammesso il ricorso della DNA e ha votato per il riesame del fascicolo. In questo caso, nella sentenza di primo grado, il leader del Senato era stato assolto a maggio 2018. Allora i giudici hanno modificato la classificazione del reato da falsa testimonianza e favoreggiamento personale nella semplice accusa di falsa testimonianza, per la quale lo hanno assolto. I procuratori anticorruzione avevano chiesto una pena di tre anni di carcere con esecuzione per Călin Popescu Tăriceanu.
La Direzione Nazionale Anticorruzione ha fatto ricorso, a novembre 2018, nel fascicolo in cui, nella sentenza di primo grado, Tăriceanu è stato assolto, e da allora il processo è stato rinviato più volte. Il presidente del Senato era stato accusato dai procuratori della DNA di aver mentito nelle dichiarazioni fatte come testimone nel caso di una presunta restituzione illegale di alcuni terreni nella Foresta di Snagov e della fattoria Băneasa — nei pressi di Bucarest — al principe Paul-Philippe di Romania.
Secondo la Direzione Nazionale Anticorruzione, Tăriceanu ha fatto, sotto giuramento, dichiarazioni che non corrispondevano alla verità in merito ad aspetti fondamentali per la causa e non ha detto tutto quello che sapeva in merito a circostanze essenziali, allo scopo di impedire e rendere difficile l’inflizione di una pena agli incolpati indagati nel fascicolo sottoposto a giudizio.
I procuratori hanno affermato che Tăriceanu abbia sostenuto in modo falso di non essere stato al corrente della restituzione al principe Paul-Philippe di Romania di alcuni terreni in Băneasa (l’ex fattoria reale) e Snagov, e neanche del coinvolgimento degli incolpati, i cittadini israeliani Tal Silberstein, Beny Steinmetz, Moshe Agavi e di altre persone nelle pratiche di restituzione o dei documenti di compravendita di tali possedimenti.
In una prima reazione dopo aver appreso la sentenza, Călin Popescu-Tăriceanu ha detto che la sua allegria è adombrata dal fatto che molte altre persone che sono state o si trovano ancora nella stessa situazione non hanno ancora finito i processi. In un altro fascicolo, il presidente del Senato è accusato dai procuratori anticorruzione anche di aver intascato tangenti pari a 800.000 euro, ma il Senato ha rinviato più volte la rimozione della sua immunità parlamentare.