La Finanziaria torna sulla scrivania del presidente
Le commissioni bilancio-finanze del Parlamento romeno hanno respinto, mercoledì, la sollecitazione del presidente Klaus Iohannis, trasmessa una settimana prima, di riesame della bozza della Finanziaria per il 2019. La bozza è stata approvata senza alcuna modifica alla versione iniziale ed è arrivata alla plenaria del Legislativo per il voto finale. I senatori e i deputati hanno seguito il modello dei colleghi delle commissioni e latto normativo è tornato al capo dello stato per essere promulgato in una forma identica a quella dello scorso febbraio, che il presidente aveva definito “della vergogna nazionale.
Roxana Vasile, 14.03.2019, 14:09
Il capo dello stato aveva precisato che era necessario ridiscutere il documento perché il bilancio avrebbe alla base delle previsioni non realistiche e non garantirebbe il funzionamento ottimale di istituzioni pubbliche con un ruolo fondamentale nella società. In più, Klaus Iohannis aveva affermato che il PSD, il principale partito al governo, sia lunico colpevole per il fatto che la Romania non ha, neanche alla metà del mese di marzo, una finanziaria, mentre una sua bozza avrebbe dovuto essere inoltrata al Parlamento già dal novembre 2018. Altrettanto vero è, però, che – secondo una pratica ormai ricorrente per motivi che molti considerano elettorali – il presidente Iohannis, candidato per un secondo mandato, avvalendosi dei diritti che ha come presidente, poco dopo aver ricevuto la bozza della Finanziaria, si è rivolto alla Corte Costituzionale. La Corte non ha dato ragione al presidente, il quale ha ritrasmesso il documento al Parlamento, per essere esaminato di nuovo, ritardando anche lui la sua adozione.
Se cè una colpa per quanto riguarda il ritardo, è da suddividere generosamente – si è detto, mercoledì, al Parlamento, dove lo scambio di battute tra il potere PSD-ALDE e lOpposizione di destra è stato molto acceso. Il deputato ALDE, Varujan Vosganian, ha sottolineato: Nella mia opinione, ciò che è successo nellultimo mese è inopportuno per la qualità della vita politica romena. Abbiamo un presidente pamphlettista. È ovvio che ciò che ha fatto il presidente della Romania è solo per limmagine pubblica. Trattandosi di un pamphlet, noi lo abbiamo letto, lo ringraziamo e lo ritrasmettiamo per essere promulgato.
Daltra parte, i liberali hanno sostenuto che il budget votato da PSD, ALDE e UDMR non garantisce fondi sufficienti per linfrastruttura, listruzione e la sanità, dichiarate, daltronde, priorità nazionali. Florin Roman, deputato PNL: “Avete costruito un bilancio elettorale, un bilancio in cui le località in cui ci sono i vostri sindaci riceveranno somme importanti per poter mobilitare lelettorato nella campagna elettorale; avete però colpito duramente i budget locali. I direttori economici dei comuni arriveranno a guardare ogni giorno gli estratti conto, per vedere se possono effettuare pagamenti. Dopo lesaurimento di tutte le vie di contestazione, la legge prevede una scadenza di 10 giorni per la promulgazione.