I partiti si preparano per le elezioni europee
Terza nei sondaggi per le elezioni europee del 26 maggio, dopo il PSD e il PNL, e percepita come un’alternativa pro-europea ai due pilastri tradizionali della politica romena, l’Alleanza 2020 ha attraversato un momento di grandi emozioni quando l’Ufficio Elettorale Centrale non ha approvato il protocollo di creazione dell’Alleanza firmato dai partiti componenti, USR e PLUS, invocando motivi burocratici. L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia ha deciso, tuttavia, che l’Alleanza 2020 può presentare liste di candidati alle elezioni europee. L’Ufficio Elettorale Centrale ha respinto il diritto di presentarsi allo scrutinio di un’alleanza formata da due partiti nazionalisti-populisti, il Partito la Grande Romania (PRM) e il Partito la Romania Unita (PRU). Il motivo è divertente e ricorda Gogol: nel Registro dei Partiti Politici, è menzionato come presidente del PRM il defunto Corneliu Vadim Tudor, non il quasi anonimo Teodor Victor Iovici. Dal 2015, quando Vadim Tudor è morto, finora, nel Registro dei Partiti non è stata operata alcuna modifica affinché fosse registrato il nome del nuovo capo del partito.
Ştefan Stoica, 11.03.2019, 14:02
Il PRU andrà da solo alle europee, ma promette una candidatura spettacolare, quella dell’ex deputato Sebastian Ghiţă, rifugiato in Serbia per sfuggire alla giustizia romena. Ghiţă, la cui fuga è accompagnata da dettagli rocamboleschi, è presentato dal PRU come — citiamo – il romeno che ha colpito le radici della nuova Securitate, che ha svelato il Sistema e l’unità d’élite” della DNA, che ha militato per una Romania dei romeni ed è diventato un bersaglio per aver avuto il coraggio di dire la verità”. Ghiţă ha fatto anche una denuncia contro l’ex capo della DNA, Laura Codruţa Kovesi, ed è una voce importante tra i calunniatori della Direzione Nazionale Anticorruzione, accusata di presunti abusi proprio dai politici indagati per atti di corruzione. Ghiţă si è praticamente lanciato nella corsa per un seggio di eurodeputato con un discorso sovranista, anti-immigrazionista, cristiano e nazionalista che imita quello del premier ungherese Viktor Orban. Non voglio che diventiamo un ducato dei lussemburghesi di Bruxelles! Grido con tutte le mie forze di romeno: Viva la Grande Romania, Unita, Sovrana!”, è il messaggio di Sebastian Ghiţă, che annuncia una campagna segnata, quasi sicuramente, da parecchi momenti nazionalisti e xenofobi.
Con un tono più sfumato, il leader PSD, Liviu Dragnea, affermava, questo fine settimana, di essere pro-europeo, ma sottolineava che la Romania ha desiderato entrare a far parte dell’UE per una vita migliore, non per tornare, citiamo, alla paura e al terrore”. Abbiamo voluto entrare nell’Unione Europea per avere accesso allo sviluppo. Non chiediamo più rispetto di quanto noi stessi offriamo. Non si può che tutto ciò che diciamo noi, tutto quello che facciamo noi, sia criticato, colpito, bloccato, e quello che dicono gli altri, tutta una serie di bugie, sia preso sul serio, senza una minima verifica”, ha detto Dragnea. Un’allusione chiara alle costanti critiche dei partner europei in merito alle modifiche legislative a catena apportate nella giustizia dalla maggioranza PSD — ALDE. D’altra parte, l’UDMR, che ha stabilito i suoi candidati alle europee, afferma, tramite il suo leader, Kelemen Hunor, che l’Unione Europea è l’unica soluzione politica del continente nella competizione con le grandi potenze mondiali e l’unica alternativa di costruzione politica per i romeni e i magiari di Romania.