Nuove ordinanze d’urgenza nella giustizia
Dalla fine del 2016, dalle ultime elezioni politiche, la giustizia è diventata il campo di battaglia politica tra Potere e Opposizione. Mentre la maggioranza PSD-ALDE dichiara di voler correggere alcuni errori legislativi nel settore, quindi modernizzare gli atti normativi che stanno alla base dell’attività nella Giustizia, nel rispetto dei diritti dei cittadini, l’Opposizione di destra — principalmente il PNL e l’USR — sostiene il contrario, cioè che qualsiasi iniziativa sia volta a minare il lavoro dei magistrati, a beneficio di certi interessi clientelari.
Roxana Vasile, 20.02.2019, 14:33
Dalla fine del 2016, dalle ultime elezioni politiche, la giustizia è diventata il campo di battaglia politica tra Potere e Opposizione. Mentre la maggioranza PSD-ALDE dichiara di voler correggere alcuni errori legislativi nel settore, quindi modernizzare gli atti normativi che stanno alla base dell’attività nella Giustizia, nel rispetto dei diritti dei cittadini, l’Opposizione di destra — principalmente il PNL e l’USR — sostiene il contrario, cioè che qualsiasi iniziativa sia volta a minare il lavoro dei magistrati, a beneficio di certi interessi clientelari.
Martedì, l’attuale Governo di Bucarest ha preso delle misure, tramite un’ordinanza d’urgenza, tra le quali si annovera anche quella secondo cui le cariche dirigenziali nelle Procure non potranno essere più occupate tramite delega. Stando al ministro Tudorel Toader, che si tratti di un procuratore generale, di un viceprocuratore, di un procuratore-capo della DNA, della DIICOT o di un capo dipartimento, tutti hanno un mandato fisso di tre anni. Un nuovo mandato presuppone una nuova procedura nelle condizioni imposte dalla legge: colloquio, parere consultivo del Consiglio Superiore della Magistratura, decreto di investitura firmato dal presidente del Paese …
Siccome in base alla nuova ordinanza governativa, i possibili candidati per le cariche importanti potranno essere anche procuratori ex giudici, il parere consultivo spetterà alla plenaria del CSM, quindi ad entrambe le Sezioni per i procuratori e per i giudici. Dato che, attualmente, molte cariche dirigenziali del Ministero Pubblico sono occupate tramite delega, le rispettive persone potranno restare in carica per 45 giorni, periodo in cui verrà applicata la procedura legale d’impiego. Sempre martedì, dopo il voto favorevole della plenaria del CSM, il Governo romeno ha adottato anche un’ordinanza d’urgenza sulle pratiche di selezione del procuratore europeo rappresentante la Romania nella futura Procura Europea. Da precisare che non si riferisce alla nomina del procuratore-capo di questa entità comunitaria, per la quale esiste già un’altra pratica, in corso. Il ministro Tudorel Toader ha spiegato che ci sarà anche una seconda categoria di procuratori che verranno selezionati tramite una procedura successiva, cioè i procuratori europei delegati. Mentre il procuratore europeo svolgerà la sua attività a Lussemburgo, quello delegato sarà attivo in Romania e lavorerà a nome della Procura Europea.
Dopo l’adozione delle ordinanze, la reazione del Partito Nazionale Liberale non è tardata: ha reso pubblico che inoltrerà una mozione semplice alla Camera dei Deputati contro il ministro Toader. L’USR ha parlato di un giorno nero per la Giustizia romena, ha esortato le istituzioni internazionali a intervenire e i cittadini a non restare indifferenti. Perciò, non sono mancate neanche le proteste: più persone hanno protestato, martedì sera, davanti al Ministero della Giustizia, lanciando sassi e vernice. Il presidente di destra del Paese, Klaus Iohannis, ha scritto invece su Facebook che, tramite ordinanze d’urgenza del genere, il PSD agisce nuovamente contro la Giustizia e lo stato di diritto, nel suo tentativo di creare uno status speciale per coloro che hanno problemi con la legge. Invece, la premier di sinistra Viorica Dăncilă ha riaffermato che le leggi non vengono create per una sola persona, che la politica non ha nulla a che fare con la Giustizia e che i diritti dei cittadini vanno rispettati. Tutto, parallelamente al contrasto della corruzione.