Riunione del Consiglio Nazionale del PSD
Domenica, il PSD, il principale partito della coalizione al governo in Romania, si è riunito per il Consiglio Nazionale. Alla vigilia della lettura di una nuova mozione di sfiducia tramite la quale l’opposizione di destra cerca, per la seconda volta, di rovesciare il governo di sinistra PSD — ALDE, gli osservatori si aspettavano che il leader socialdemocratico Liviu Dragnea esortasse i colleghi di partito alla solidarietà e alla lotta contro gli avversari politici. Sorprendentemente, Liviu Dragnea ha risparmiato l’opposizione, fatto che potrebbe significare che non rappresenta un reale pericolo. Invece, ha tenuto un discorso molto duro che, stando agli analisti, segna l’entrata del PSD nell’era illiberale. Liviu Dragnea ha attaccato l’UE, accusandola di aver tenuto la Romania incatenata tramite il Meccanismo di Cooperazione e Verifica sulla giustizia, il Parlamento Europeo e i colleghi socialisti, che sarebbero male intenzionati nei confronti del Paese, le multinazionali del settore energia, retail, sistema bancario e telecomunicazioni, accusate di portare denaro fuori dal Paese senza pagare tasse.
Ştefan Stoica, 17.12.2018, 13:20
Domenica, il PSD, il principale partito della coalizione al governo in Romania, si è riunito per il Consiglio Nazionale. Alla vigilia della lettura di una nuova mozione di sfiducia tramite la quale l’opposizione di destra cerca, per la seconda volta, di rovesciare il governo di sinistra PSD — ALDE, gli osservatori si aspettavano che il leader socialdemocratico Liviu Dragnea esortasse i colleghi di partito alla solidarietà e alla lotta contro gli avversari politici. Sorprendentemente, Liviu Dragnea ha risparmiato l’opposizione, fatto che potrebbe significare che non rappresenta un reale pericolo. Invece, ha tenuto un discorso molto duro che, stando agli analisti, segna l’entrata del PSD nell’era illiberale. Liviu Dragnea ha attaccato l’UE, accusandola di aver tenuto la Romania incatenata tramite il Meccanismo di Cooperazione e Verifica sulla giustizia, il Parlamento Europeo e i colleghi socialisti, che sarebbero male intenzionati nei confronti del Paese, le multinazionali del settore energia, retail, sistema bancario e telecomunicazioni, accusate di portare denaro fuori dal Paese senza pagare tasse.
Non ha dimenticato nemmeno il presidente Klaus Iohannis, ritenendolo colpevole di alto tradimento per aver sostenuto, ad un certo momento, che il Paese non è capace di garantire la presidenza del Consiglio UE. Il leader socialdemocratico ha ripreso il suo tema prediletto, dello stato parallelo, cioè servizi segreti e procuratori che fabbricherebbero fascicoli penali alle persone non desiderate, tra le quali si annovera anche lui stesso, ed è arrivato in questo modo all’argomento così atteso dell’amnistia e della grazia. Dragnea ha chiesto al governo di emanare l’ordinanza d’urgenza sull’amnistia e la grazia se non trova altre soluzioni per rimediare ciò che lui ha definito le ingiustizie commesse dal sistema giudiziario. “Perché parole come amnistia e grazia rappresentano una specie di blasfemia, una bomba atomica e ci chiediamo se utilizzarla o meno contro l’UE e contro il mondo? Io non ho paura di utilizzare queste parole”, ha dichiarato Liviu Dragnea.
La critica dell’uomo forte del PSD nei confronti dell’UE, con i suoi accenti sovranisti e con le intenzioni dichiarate per quanto riguarda la giustizia non è rimasta senza replica. “E’ una dichiarazione di guerra contro i partner dell’UE e della NATO, il delirio di un dittatore capace di condannare il Paese al suo periodo più buio”, ha reagito il leader PNL, Ludovic Orban. Egli ha chiesto ai socialdemocratici di prendere le distanze da Dragnea e di votare la mozione di sfiducia dell’opposizione.
Dal canto suo, il presidente USR, Dan Barna, ha ammonito il governo che l’emanazione di un’ordinanza sull’amnistia e la grazia farà scoppiare una rivoluzione in Romania. “Scenderemo in piazza in tutto il Paese e resteremo lì fino a quando il governo PSD — ALDE crollerà. Protesteremo pacificamente fino a quando la Romania allontanerà del potere Liviu Dragnea e il regime corrotto, bugiardo e irresponsabile che ha insediato”, ha annunciato Dan Barna. A novembre, la Commissione Europea chiedeva a Bucarest di sospendere tutte le modifiche — molte, controverse — apportate alle leggi sulla giustizia e di riprendere il processo di revisione dei Codici Penali. Un’amnistia di cui siano beneficiari anche i grandi corrotti condannati al carcere sarebbe del tutto inadeguata perché aggraverebbe il sospetto che il potere di Bucarest guardi la giustizia come se fosse uno strumento a sua disposizione. Sotto questi auspici, la Romania assumerà, il 1° gennaio, la presidenza di turno del Consiglio dell’UE.