Il Centenario della Grande Unità
Il 1° Dicembre, la Romania ha celebrato 100 anni dalla creazione dello stato nazionale unitario. In occasione della Festa Nazionale e del Centenario, sono state organizzate circa 450 manifestazioni pubbliche in tutto il Paese. E, nonostante il gelo — è stato il più freddo 1° Dicembre degli ultimi 60 anni — centinaia di migliaia di romeni hanno fatto gli auguri alla Romania dalla strada. A Bucarest, al mattino, si è svolta la maggiore parata militare degli ultimi decenni, un momento unico sia per il numero di coloro che sono passati sotto l’Arco di Trionfo, sia per la tecnica di lotta presentata. Hanno sfilato 4.000 militari, di cui oltre 500 soldati di 20 Paesi partner e alleati. Sono stati presentati oltre 200 mezzi tecnici, mentre quasi 50 aeronavi hanno sorvolato la Capitale. La tecnica di lotta ha incluso, per la prima volta, il sistema di missili antiaerei Patriot e l’autoblindo Piranha 5, trasportatore con un livello massimo di blindaggio, che viene fabbricato in Romania a cominciare da quest’anno.
Roxana Vasile, 03.12.2018, 14:36
Il 1° Dicembre, la Romania ha celebrato 100 anni dalla creazione dello stato nazionale unitario. In occasione della Festa Nazionale e del Centenario, sono state organizzate circa 450 manifestazioni pubbliche in tutto il Paese. E, nonostante il gelo — è stato il più freddo 1° Dicembre degli ultimi 60 anni — centinaia di migliaia di romeni hanno fatto gli auguri alla Romania dalla strada. A Bucarest, al mattino, si è svolta la maggiore parata militare degli ultimi decenni, un momento unico sia per il numero di coloro che sono passati sotto l’Arco di Trionfo, sia per la tecnica di lotta presentata. Hanno sfilato 4.000 militari, di cui oltre 500 soldati di 20 Paesi partner e alleati. Sono stati presentati oltre 200 mezzi tecnici, mentre quasi 50 aeronavi hanno sorvolato la Capitale. La tecnica di lotta ha incluso, per la prima volta, il sistema di missili antiaerei Patriot e l’autoblindo Piranha 5, trasportatore con un livello massimo di blindaggio, che viene fabbricato in Romania a cominciare da quest’anno.
Tutta l’attenzione si è poi spostata, nel pomeriggio, su Alba Iulia, città nel centro del Paese dove, il 1 Dicembre 1918, è stata proclamata l’Unificazione della Transilvania con la Romania. Ad Alba Iulia si è svolta un’altra parata, la più ampia da quando si organizzano cerimonie del genere nella città dell’Unità. Il patriarca della Chiesa Ortodossa Romena maggioritaria, Daniel, e il patriarca di Gerusalemme, Teofilo III, hanno tenuto una messa davanti alla Cattedrale della Riunificazione di Alba Iulia, mentre il presidente del Paese, Klaus Iohannis, ha inaugurato il Ponte dell’Unità e il Monumento della Grande Unità. I romeni venuti ad Alba Iulia da tutte le zone del Paese, ma anche d’oltreconfine, hanno festeggiato il Centenario anche con la musica: interpreti di tutte le regioni storiche hanno portato ad Alba Iulia le tradizioni e gli abiti tradizionali delle loro zone natie. Non è mancata “la grande unione dei cuochi”, che hanno cucinato decine di migliaia di piatti offerti gratis a tutti coloro che sono venuti ad Alba Iulia, città diventata, per un giorno, zona pedonale.
La sera si è conclusa con uno spettacolare fuoco d’artifici. Sempre ad Alba Iulia si è svolta la 21ma edizione del Congresso della Spiritualità Romena, volto a consolidare i legami dei romeni del Paese con coloro che si trovano nelle comunità storiche o che, per motivi economici, sono arrivati a vivere oltreconfine. Che la diaspora abbia avuto nella mente e nel cuore la Romania il 1° Dicembre, lo dimostrano d’altronde le numerose manifestazioni, soprattutto culturali, organizzate dalle rappresentanze dell’Istituto Culturale Romeno e dalle Missioni diplomatiche della Romania all’estero.
Il presidente Klaus Iohannis ha invitato tutti i romeni, del Paese o della diaspora, a costruire insieme la Romania del prossimo secolo, uniti attorno a valori quali la democrazia, la libertà e l’uguaglianza di fronte alla legge. Dal canto suo, la premier Viorica Dăncilă ha auspicato che i romeni entrino nel secondo secolo di esistenza della Grande Romania ripetendo l’esempio dei padri fondatori, per portare a buon fine i progetti strategici che si sono proposti per il loro Paese.