Consultazioni politiche per le leggi sulla Giustizia
Mercoledì, un giorno dopo il discorso nel Parlamento Europeo in cui ha dato assicurazioni che la Romania è uno stato di diritto e che la lotta alla corruzione continuerà, il presidente Klaus Iohannis ha avuto consultazioni con i partiti parlamentari su un argomento che domina l’agenda pubblica — le controverse modifiche apportate dalla maggioranza PSD-ALDE, sostenuta dall’UDMR, alle leggi sulla Giustizia. In precedenza, la Commissione di Venezia aveva reso pubblico un rapporto in cui notava che alcuni aspetti importanti introdotti nelle leggi sullo statuto dei giudici e dei procuratori, sull’organizzazione giudiziaria e sul Consiglio Superiore della Magistratura potrebbero minare l’indipendenza dei giudici e dei procuratori romeni e la fiducia nel sistema giudiziario.
Ştefan Stoica, 25.10.2018, 15:24
Mercoledì, un giorno dopo il discorso nel Parlamento Europeo in cui ha dato assicurazioni che la Romania è uno stato di diritto e che la lotta alla corruzione continuerà, il presidente Klaus Iohannis ha avuto consultazioni con i partiti parlamentari su un argomento che domina l’agenda pubblica — le controverse modifiche apportate dalla maggioranza PSD-ALDE, sostenuta dall’UDMR, alle leggi sulla Giustizia. In precedenza, la Commissione di Venezia aveva reso pubblico un rapporto in cui notava che alcuni aspetti importanti introdotti nelle leggi sullo statuto dei giudici e dei procuratori, sull’organizzazione giudiziaria e sul Consiglio Superiore della Magistratura potrebbero minare l’indipendenza dei giudici e dei procuratori romeni e la fiducia nel sistema giudiziario.
È anche il motivo per cui il presidente Iohannis è del parere che le leggi sulla Giustizia debbano essere ripensate, modernizzate e migliorate. Il presidente sostiene la ripresa del processo legislativo nel caso di queste leggi e chiede ai politici di tener conto delle raccomandazioni fatte dalla Commissione di Venezia. Klaus Iohannis: “A livello politico, è ovvio che abbiamo bisogno di un’intesa, di un accordo tra i partiti parlamentari per riprendere questo ciclo legislativo e per migliorare la legislazione. Abbiamo l’opinione finale della Commissione di Venezia e le raccomandazioni fatte dalla Commissione di Venezia vanno prese molto, molto sul serio”.
Il leader PSD, Liviu Dragnea, non è, però d’accordo, con la ripresa del processo legislativo. Egli afferma che esiste già l’ordinanza d’urgenza, proposta dal ministro della Giustizia, che porterebbe le correzioni necessarie alle tre leggi: “Esiste l’Ordinanza 92 nel Parlamento, che entra già in procedura parlamentare, e che include gran parte delle raccomandazioni della Commissione di Venezia, ordinanza che è stata proposta al governo dal ministro Tudorel Toader, dopo gli incontri avuti a Strasburgo con specialisti della Commissione di Venezia”.
L’alleato dei socialdemocratici, il leader dell’ALDE, Călin Popescu-Tăriceanu, considera utile un accordo nel Parlamento sul tema della Giustizia, che abbia come principio la difesa dei diritti e delle libertà individuali. Il principale partito all’opposizione, il PNL, sostiene il punto di vista del presidente Iohannis. Il leader liberale Ludovic Orban: “Quando saranno ripresi i dibatti, vanno prese in considerazione le raccomandazioni formulate dalla Commissione di Venezia e le decisioni della Corte Costituzionale per quanto riguarda il Codice di procedura penale e il Codice penale. Bisogna inoltre tener conto anche di tutti i trattati firmati dalla Romania e degli obblighi internazionali della Romania”.
Mentre l’USR, all’opposizione, annuncia di aver inoltrato al parlamento un disegno di legge che include le raccomandazioni della Commissione di Venezia, il Partito Movimento Popolare adotta una posizione radicale chiedendo le dimissioni di questo governo, di cui afferma che abbia compromesso definitivamente le leggi sulla Giustizia. L’UDMR si dichiara aperta e qualsiasi discussione sul tema delle leggi sulla Giustizia, a patto che non sia intaccata la sua indipendenza, mentre le minoranze, diverse da quella ungherese, vorrebbero che fosse creata una commissione speciale, che armonizzasse i punti di vista della Corte Costituzione e le raccomandazioni della Commissione di Venezia.