Vertenze in seno al principale partito governativo
Non è passato neanche mezzo anno da quando i socialdemocratici riunitisi a Bucarest rispondevano con un entusiastico Sì e con scroscianti applausi ricordando le unanimità dellepoca comunista alla domanda che aveva rivolto a loro il leader supremo, Liviu Dragnea, ovvero se lo desiderano ancora come presidente. Le cose sono cambiate moltissimo. Tre vicepresidenti del partito – il vicepremier Paul Stănescu, il sindaco di Bucarest, Gabriela Firea, e il vicepresidente del Senato, Adrian Ţuţuianu, hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui chiedono a Liviu Dragnea di dare le dimissioni dalle cariche di capo del PSD e di presidente della Camera dei Deputati.
Ştefan Stoica, 20.09.2018, 12:59
Considerato lartigiano del trionfo elettorale del 2016, quando il PSD è stato vicino ad ottenere la maggioranza alle elezioni politiche e, per la prima volta, ha vinto la carica di sindaco di Bucarest, Dragnea è ora considerato una vulnerabilità per il partito e per la coalizione governativa PSD – ALDE. Una giuridica, in primo luogo, dicono i firmatari della dichiarazione, a causa dei processi di corruzione in cui è incolpato. Stando ai contestatari, questi processi diminuirebbero la legittimità degli sforzi del PSD e della maggioranza di riformare la Giustizia, visto che tutte le iniziative sono percepite come a favore di Liviu Dragnea e dei suoi complici. I leader del PSD rimproverano inoltre a Dragnea la direzione discrezionale, i conflitti interni, in seguito ai quali due premier sono stati rimossi dallincarico – di cui uno in una maniera del tutto inusuale, tramite mozione di sfiducia – nonché i rapporti conflittuali con lopposizione, il presidente Klaus Iohannis e i servizi segreti, la Procura Generale e la DNA. Tutto ciò ha aumentato la sfiducia dellelettorato nel partito, che è calato nei sondaggi anche se leconomia andrebbe bene.
Adrian Ţuţuianu dice che il documento gode di ampio sostegno da parte delle organizzazioni. E una lettera che tira un segnale dallarme. Ho esortato pubblicamente tutti i parlamentari PSD, i leader delle filiali, i presidenti dei consigli provinciali, i sindaci PSD, i consiglieri locali e provinciali di affiancarsi a noi in questa azione che non ha alla base alcun tipo di interesse tranne gli interessi nazionali e quello del PSD. Non credo sia il caso di discutere della carica. Decideremo venerdì, al Comitato Esecutivo Nazionale e allora avrete tutti i dettagli, spiega Adrian Ţuţuianu.
La prima reazione di Liviu Dragnea non è stato solo un esercizio di sarcasmo ma anche la promessa di una dura lotta per il partito. Darò corso al sollecito di leggere lepistola. Non lho letta tutta, ma da quello che ho letto ho capito qual è la maggiore fonte di disappunto: che non dobbiamo più litigare con Iohannis, infatti che dovremmo allinearci con Iohannis, con il SRI, con il SPP, con la DNA e con i partiti allopposizione. Io, come presidente, non posso e non farò diventare il partito uno strumento di queste istituzioni, che non devono intromettersi nella politica. Per il resto, al CEx parlerò abbastanza bene, molto e con decisione, dichiara Liviu Dragnea.
I partiti di destra considerano la lotta al vertice del PSD come un regolamento di conti. Dovrebbero però rimproverare a sé stessi il fatto che la vera opposizione al PSD arriva sempre dal PSD.