Nuovi focolai di peste suina africana
Il numero dei focolai di peste suina africana si avvicina a 700 in quasi 150 località soprattutto del nord-ovest e sud-est della Romania — lo rilevano i più recenti dati dell’Autorità Nazionale Sanitaria Veterinaria e per la Sicurezza degli Animali (ANSVSA). Maggiormente colpito è il distretto di Tulcea (sud-est), dove centinaia di focolai di peste suina africana sono attivi nelle masserie della popolazione e in alcuni allevamenti di maiali, decine di migliaia di maiali essendo già abbattuti finora. Anche nel distretto di Giurgiu le autorità sono in allerta e prendono misure per prevenire la diffusione del virus. Così, sono stati intensificati i controlli nel traffico per individuare i trasporti illegali di animali e di prodotti di origine animale e si è deciso di sospendere l’attività di tutti i mercati del distretto.
Daniela Budu, 21.08.2018, 13:24
Il numero dei focolai di peste suina africana si avvicina a 700 in quasi 150 località soprattutto del nord-ovest e sud-est della Romania — lo rilevano i più recenti dati dell’Autorità Nazionale Sanitaria Veterinaria e per la Sicurezza degli Animali (ANSVSA). Maggiormente colpito è il distretto di Tulcea (sud-est), dove centinaia di focolai di peste suina africana sono attivi nelle masserie della popolazione e in alcuni allevamenti di maiali, decine di migliaia di maiali essendo già abbattuti finora. Anche nel distretto di Giurgiu le autorità sono in allerta e prendono misure per prevenire la diffusione del virus. Così, sono stati intensificati i controlli nel traffico per individuare i trasporti illegali di animali e di prodotti di origine animale e si è deciso di sospendere l’attività di tutti i mercati del distretto.
Nuovi focolai di peste suina sono stati individuati, di recente, anche in località del distretto di Costanza, dove il Centro Locale per il Contrasto delle Malattie ha deciso, inoltre, l’abbattimento degli animali contagiati. Il virus della peste suina si avvicina anche alla capitale, essendo già confermato nei maiali di una masseria nei pressi del distretto di Ilfov. Le autorità sanitarie-veterinarie hanno assicurato di aver preso misure per isolare il focolaio. Nel frattempo, per limitare la diffusione del virus della peste suina africana, le autorità permetteranno la caccia ai cinghiali e agli sciacalli del Delta del Danubio contagiati dal virus.
Il Governatore del Delta del Danubio, Mălin Muşetescu, è però del parere che l’uccisione di questi animali selvaggi non risolverà il problema. Egli ha precisato, a Radio Romania, che la mortalità è diminuita, ma il virus può rimanere attivo anche per qualche anno. Mălin Muşetescu: “Parliamo di un virus che esiste nel suolo, nell’acqua. E molto difficile. Può scomparire fra 5 anni, ma anche fra 25. Spero che riusciremo ora a tenere sotto controllo la situazione nel Delta del Danubio e una buona notizia, direi, è che rispetto al periodo iniziale, è diminuita la mortalità tra i cinghiali”.
La presenza di nuovi focolai è preoccupante soprattutto negli allevamenti dove sono state già prese misure di biosicurezza, è del parere il segretario di stato presso il Ministero dell’Agricoltura, Daniel Botănoiu: “Appaiono focolai in allevamenti dove c’è biosicurezza e quindi va trovata una soluzione e dobbiamo imparare da queste esperienze, di modo che non appaiano situazioni simili anche in altri allevamenti.”
Il segretario di stato ha ricordato che per non contribuire alla diffusione del virus, la popolazione non deve più trasportare animali, mentre i maiali delle masserie devono essere sacrificati solo in base ad un avviso sanitario-veterinario. Bisogna sottolineare che, nonostante la diffusione della peste suina africana, la sicurezza alimentare della popolazione non è messa in pericolo.