Opinione della Commissione di Venezia su leggi giustizia in Romania
Da un anno e mezzo, la giustizia è il tema dei più accesi dibattiti pubblici in Romania. La coalizione governativa PSD-ALDE afferma che, con la modifica delle leggi che regolano il funzionamento e i codici penali, si conforma alle decisioni della Corte Costituzionale e alle sentenze della CEDU. Invece, l’opposizione di destra, la società civile e la stampa sostengono che la posta in gioco di tutti questi cambiamenti è quella di subordinare i magistrati e fermare la lotta contro la corruzione e, generalmente, contro la delinquenza. Alla fine, le parti si sono rivolte all’arbitrato esterno della Commissione di Venezia, organismo consultivo del Consiglio d’Europa, i cui pareri vengono generalmente rispettati dagli stati membri.
Bogdan Matei, 16.07.2018, 11:55
Da un anno e mezzo, la giustizia è il tema dei più accesi dibattiti pubblici in Romania. La coalizione governativa PSD-ALDE afferma che, con la modifica delle leggi che regolano il funzionamento e i codici penali, si conforma alle decisioni della Corte Costituzionale e alle sentenze della CEDU. Invece, l’opposizione di destra, la società civile e la stampa sostengono che la posta in gioco di tutti questi cambiamenti è quella di subordinare i magistrati e fermare la lotta contro la corruzione e, generalmente, contro la delinquenza. Alla fine, le parti si sono rivolte all’arbitrato esterno della Commissione di Venezia, organismo consultivo del Consiglio d’Europa, i cui pareri vengono generalmente rispettati dagli stati membri.
In una prima presa di posizione, la Commissione ammonisce che gli emendamenti recati alle tre leggi sul funzionamento giudiziario mineranno, il più probabilmente, l’indipendenza dei procuratori e dei giudici romeni e la fiducia del pubblico nella giustizia. Gli esperti della Commissione raccomandano un equilibrio tra i poteri del presidente, del Consiglio Superiore della Magistratura e del Ministero della Giustizia nella procedura relativa alla nomina dei capi delle Procure. Gli stessi esperti si dichiarano preoccupati anche della limitazione della libertà di espressione dei magistrati, della creazione di una struttura incaricata a investigare la loro attività e della diminuzione del ruolo del CSM come garante dell’indipendenza del sistema. Nonostante l’adozione di certe modifiche in seguito alle decisioni della CCR, è difficile evitare il pericolo che esse minassero l’indipendenza del sistema della giustizia, con effetti negativi sulla lotta alla corruzione, ammonisce l’organo consultivo del Consiglio d’Europa.
Critico virulento delle politiche delle sinistra in materia, il presidente Klaus Iohannis afferma che la valutazione della Commissione di Venezia costituisce un segnale estremamente preoccupante sull’indipendenza della giustizia. Il capo dello stato sostiene che l’opinione preliminare della Commissione conferma i punti di vista espressi dalla società civile, dal CSM e da magistrati, e dà ragione alle segnalazioni di incostituzionalità e alle richieste di riesame inoltrate nei confronti di queste leggi. Il PNL, la prima voce dell’opposizione, sollecita alla Corte Costituzionale di prendere atto del rapporto preliminare relativo alle leggi sulla giustizia, di cui afferma che devono tornare al dibattito del Parlamento. Punto di vista questo condiviso anche da USR e PMP.
In replica, i giuristi socialdemocratici del Parlamento dicono che il giudizio preliminare contraddice il parere dell’opposizione e del presidente, secondo cui le leggi sulla giustizia non vanno modificate. Inoltre, non si tratta di un documento ufficiale e contraddice persino un precedente rapporto della Commissione di Venezia riguardante gli standard europei relativi all’indipendenza del sistema giudiziario. Un’opinione politica, estremamente superficiale – così il leader democratico-liberale, Calin Popescu Tariceanu, il quale è anche il Presidente del Senato, sui moniti degli esperti stranieri. La valutazione finale della Commissione di Venezia è attesa in autunno.