Gli obiettivi della Romania al vertice NATO
L’11 e il 12 luglio, a Bruxelles si svolgerà il vertice dell’Alleanza Nord-Atlantica. È il motivo per cui il Consiglio Supremo di Difesa si è riunito a Bucarest per analizzare e approvare gli obiettivi della Romania alla prossima riunione al vertice. Il summit — si rileva in un comunicato della presidenza — sarà un’opportunità per esprimere concretamente l’unità e la solidarietà alleata e la decisione transatlantica di fronte alle minacce globali in aumento.
Roxana Vasile, 28.06.2018, 14:58
L’11 e il 12 luglio, a Bruxelles si svolgerà il vertice dell’Alleanza Nord-Atlantica. È il motivo per cui il Consiglio Supremo di Difesa si è riunito a Bucarest per analizzare e approvare gli obiettivi della Romania alla prossima riunione al vertice. Il summit — si rileva in un comunicato della presidenza — sarà un’opportunità per esprimere concretamente l’unità e la solidarietà alleata e la decisione transatlantica di fronte alle minacce globali in aumento.
Dal punto di vista romeno, la riunione a Bruxelles sarà di particolare importanza, lo scopo essendo quello che i progetti di consolidamento della posizione di difesa sul fianco Est della NATO avanzi, parallelamente alla garanzia di un clima di stabilità nel vicinato orientale, soprattutto nella regione del Mar Nero. Sempre nell’ambito della seduta del Consiglio Supremo di Difesa di Bucarest sono state approvate le forze armate che verranno messe a disposizione e parteciperanno, l’anno prossimo, a missioni e operazioni oltre i confini dello stato romeno. Rispetto al 2018, queste forze armate sono in aumento di oltre l’11%. Così, l’Esercito romeno parteciperà a missioni esterne con effettivi di 2.098 militari e civili, e il Ministero dell’Interno con 932 militari e poliziotti.
Senza alcun legame con il vertice alleato dell’11 – 12 luglio, ma con un grande impatto sull’esistenza stessa di una zona storica della Romania, nell’agenda del Consiglio Supremo di Difesa si è trovato anche l’argomento “Roşia Montană”. Il ministro della Cultura ha informato i membri del Consiglio sullo stato dell’inserimento del paesaggio culturale minerario dei Monti Apuseni nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. L’Amministrazione Presidenziale precisa che l’argomento Roşia Montană, come parte del patrimonio culturale nazionale e universale, è stato in permanenza di interesse per il presidente Klaus Iohannis, sia dal punto di vista culturale, che sociale. In base al quadro legale esistente, l’Esecutivo dispone degli strumenti e delle istituzioni competenti per gestire l’intero processo di inserimento di Roşia Montană sulla lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Perciò, in base ai provvedimenti legali, i membri del CSAT hanno preso atto della relazione presentata dal ministro della Cultura e nel prossimo periodo la questione continuerà ad essere gestita dal Governo.
Le pratiche di inserimento di Roşia Montană nel Patrimonio dell’UNESCO vanno avanti parallelamente al processo tra la Romania e la compagnia canadese Gabriel Resources, che avrebbe voluto sfruttare i giacimenti auriferi della zona utilizzando cianuri. Il progetto è stato bloccato e ora i canadesi chiedono risarcimenti di oltre 4 miliardi di dollari. Per moltissimi romeni, le vestigia di migliaia di anni, molto bene conservate nella zona, uniche al mondo, superano come valore quello dell’oro che se ne potrebbe estrarre. Si tratterebbe di circa 300 tonnellate, cui si aggiungerebbero 1.600 tonnellate d’argento e minerali rari.