Anticorruzione e indipendenza della giustizia
Il procuratore capo della DNA, Laura Codruta Kovesi, viene spesso definita come la donna più forte di Romania, sia dagli ammiratori incondizionati che dai nemici giurati. I primi la vedono come la punta di lancia nella lotta alla corruzione e una dea della vendetta contro i politici che si arricchiscono depredando le case dello satto. Gli altri la raffigurano come capo di un apparato repressivo, che non esita di violare le leggi e trascurare i diritti dell’uomo per elaborare requisitorie politiche su ordini politici. Personaggio controverso a Bucarest, la signora Kovesi è stata invitata a New York, ad un dibattito in occasione del 15/o anniversario dell’adozione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione.
Bogdan Matei, 24.05.2018, 13:06
Nel discorso tenuto alla sede dell’Onu, la Kovesi ha affermato che, per la Romania, la maggiore sfida è quella di mantenere l’indipendenza dei giudici e dei procuratori. Ci sono stati numerosi tentativi di modificare la legislazione anticorruzione per limitare gli strumenti legislativi adoperati dai procuratori anticorruzione e depenalizzare alcuni fatti. Ci sono state situazioni in cui è stata rifiutata la rimozione dell’immunità di politici accusati di reati di corruzione. L’intero sistema della giustizia si è confrontato con attacchi attraverso notizie false o dichiarazioni pubbliche in grado di indebolire la fiducia nella giustizia. Così ha riassunto il capo della DNA la cronaca dell’ultimo anno e mezzo, in cui la coalizione governativa PSD-ALDE è stata accusata di tentare di fermare la lotta alla corruzione e subordinare i magistrati. Solo negli ultimi cinque anni, ha aggiunto la Kovesi, la DNA ha rinviato a giudizio 14 ministri ed ex ministri, nonchè 53 membri del Parlamento. Complessivamente, 27 dignitari sono già stati condannati in via definitiva. Nello stesso periodo, la Direzione ha disposto misure assicurative di oltre 2,3 miliardi di dollari.
Da Bucarest, il ministro della Giustizia, Tudorel Toader, ha risposto che le assoluzioni, i conflitti giuridici di natura costituzionale, i fascicoli in cui si sono verificati la prescrizione o gli abusi non sono notizie false. Il ministro, che ha già sollecitato senza successo al presidente Klaus Iohannis di revocare la signora Kovesi, si è domandato retoricamente se i principi dello stato di diritto permettono, per i casi risolti bene, la tollerazione di quello che ha chiamato le numerose assoluzioni. Il ministro accenna ai fascicoli DNA contro l’ex premier socialdemocratico Victor Ponta e il suo ministro Dan Sova, il presidente liberale-democratico del Senato, Calin Popescu Tariceanu, o l’ex senatore e giudice costituzionale Toni Grebla, tutti assolti solo nelle ultime settimane.
Con o senza successo, la lotta alla corruzione deve, però, continuare, affermano i media di Bucarest. Lo dimostra anche il recente rapporto Paese della Commissione Europea. Nonostante il contenuto prevalentemente economico, il rapporto sottolinea che le evoluzioni dell’ultimo anno hanno messo in gran parte in forse l’irreversibilità dei progressi nella riforma del sistema giudiziario in Romania e la lotta alla corruzione al vertice, flagello che minaccia anche l’ambiente d’affari.