Rapporto sull’inflazione
La Banca Centrale della Romania ha rivisto al rialzo dal 3,5 al 3,6% le previsioni relative all’inflazione annua alla fine del 2018. Però ha diminuito sempre dello 0,1% pure quella del dicembre 2019, stimata al 3%. Secondo le previsioni della Banca Centrale, l’inflazione oscillerà leggermente intorno al 5% nei prossimi mesi, mentre nel quarto trimestre entrerà su un trend discendente — ha dichiarato il governatore Mugur Isărescu, in occasione della presentazione del rapporto trimestrale sull’inflazione. Egli ha sottolineato che, ultimamente, gli aumenti dei prezzi sono stati generalizzati sullo sfondo dell’aumento della domanda e dei costi di produzione. Altri sviluppi segnalati nelle analisi fatte dalla Banca Centrale riguardano il ritmo sostenuto di crescita del consumo, sebbene leggermente più basso rispetto all’apice registrato nel terzo trimestre dell’anno scorso, la tendenza di calo della fiducia dei consumatori, la ripresa degli investimenti, soprattutto per quanto riguarda la componente privata e il calo, quasi vicino alla stasi, del credito totale non governativo, a cominciare dall’estate scorsa. Quest’ultimo fenomeno, determinato dalla diminuzione dei prestiti alle compagnie, è causato, tra l’altro, dalla scarsa capitalizzazione soprattutto delle compagnie romene, di cui molte non adempiono a tutti i requisiti per firmare un contratto di mutuo.
Daniela Budu, 10.05.2018, 12:48
La Banca Centrale della Romania ha rivisto al rialzo dal 3,5 al 3,6% le previsioni relative all’inflazione annua alla fine del 2018. Però ha diminuito sempre dello 0,1% pure quella del dicembre 2019, stimata al 3%. Secondo le previsioni della Banca Centrale, l’inflazione oscillerà leggermente intorno al 5% nei prossimi mesi, mentre nel quarto trimestre entrerà su un trend discendente — ha dichiarato il governatore Mugur Isărescu, in occasione della presentazione del rapporto trimestrale sull’inflazione. Egli ha sottolineato che, ultimamente, gli aumenti dei prezzi sono stati generalizzati sullo sfondo dell’aumento della domanda e dei costi di produzione. Altri sviluppi segnalati nelle analisi fatte dalla Banca Centrale riguardano il ritmo sostenuto di crescita del consumo, sebbene leggermente più basso rispetto all’apice registrato nel terzo trimestre dell’anno scorso, la tendenza di calo della fiducia dei consumatori, la ripresa degli investimenti, soprattutto per quanto riguarda la componente privata e il calo, quasi vicino alla stasi, del credito totale non governativo, a cominciare dall’estate scorsa. Quest’ultimo fenomeno, determinato dalla diminuzione dei prestiti alle compagnie, è causato, tra l’altro, dalla scarsa capitalizzazione soprattutto delle compagnie romene, di cui molte non adempiono a tutti i requisiti per firmare un contratto di mutuo.
Mugur Isărescu spiega che si fa una confusione tra capitale e debito. Mugur Isărescu: “Questa illusione di portare capitale tramite un mutuo è molto più dannosa, impossibile, finisce col fallimento. Se uno vuole avere una compagnia forte, deve avere un capitale-base. Altrimenti si entra in un circolo vizioso. Il capitale è capitale e le compagnie romene hanno bisogno di capitale. Quelle private. I proprietari, coloro che vogliono farle funzionare, devono portare capitale e lasciar perdere l’illusione che le banche gli aiuteranno in tal senso. Le banche possono concedere prestiti”.
Altri fenomeni significativi segnalati nel rapporto della Banca Centrale della Romania sono: l’aumento del deficit di conto corrente, ma anche l’aumento degli stipendi, quello minimo incluso, un’evoluzione che non può e non deve essere fermata, però va realizzata in maniera controllata a seconda di quello che può assorbire l’economia, di modo che non si rifletta significativamente nell’aumento dei prezzi. Accennando all’importanza di un quadro macroeconomico stabile, Isărescu ha dichiarato che la politica monetaria deve diventare restrittiva, però la Banca Centrale non intende soffocare la crescita economica, bensì portare l’eccesso di domanda entro limiti ragionevoli. La Banca Centrale ha deciso nella seduta di politica monetaria di lunedì di aumentare nuovamente l’interesse di riferimento al 2,5%, dopo la pausa dello scorso aprile e dopo che nei primi due mesi del 2018 sono state decise altre due crescite. Isărescu ritiene che l’inflazione sarà tenuta sotto controllo, e che gli interessi non aumenteranno molto, dopo che la Banca Centrale ha deciso di continuare il ciclo di rafforzamento della politica monetaria.