I protocolli SRI – Giustizia suscitano l’attenzione
Lo scorso autunno, il presidente della Commissione parlamentare per il controllo del SRI, Claudiu Manda, dichiarava che tra il Servizio Romeno di Informazioni e diverse istituzioni dello Stato sono in vigore 65 protocolli. Venerdì scorso, uno di questi, firmato con la Procura Generale, è stato declassificato e reso pubblico. Il documento era stato approvato, nel 2009, dal procuratore generale di allora, Laura Codruţa Kovesi, attualmente capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, e dal capo dell’intelligence di allora, George Maior. In base a questo atto di collaborazione, per 7 anni, il SRI ha concesso assistenza ai procuratori, essendo prevista la creazione di equipe operative comuni in vista della documentazione di certi atti.
Roxana Vasile, 04.04.2018, 13:49
Lo scorso autunno, il presidente della Commissione parlamentare per il controllo del SRI, Claudiu Manda, dichiarava che tra il Servizio Romeno di Informazioni e diverse istituzioni dello Stato sono in vigore 65 protocolli. Venerdì scorso, uno di questi, firmato con la Procura Generale, è stato declassificato e reso pubblico. Il documento era stato approvato, nel 2009, dal procuratore generale di allora, Laura Codruţa Kovesi, attualmente capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, e dal capo dell’intelligence di allora, George Maior. In base a questo atto di collaborazione, per 7 anni, il SRI ha concesso assistenza ai procuratori, essendo prevista la creazione di equipe operative comuni in vista della documentazione di certi atti.
Il potere politico di Bucarest ha salutato la declassificazione del protocollo, considerando che, in base ad esso, ci siano state delle intese anormali. Il presidente del Senato e leader dell’ALDE, partner junior nella coalizione governativa, Călin Popescu Tăriceanu: “Vedremo dettagliatamente che cosa contengono queste intese anormali che hanno permesso ai servizi di informazione di entrare nella zona di polizia giudiziaria, un’intromissione che è tipica del periodo comunista e dei regimi comunisti e che, ovviamente, non rispettavano l’indipendenza della Giustizia.”
L’opposizione parlamentare di destra ha affermato, dal canto suo, che, a nome del principio della trasparenza, la pubblicazione del protocollo rappresenta una procedura normale in uno stato democratico. Il presidente dell’Unione Salvate la Romania, Dan Barna: “L’USR promuove, da quando è entrata nel Parlamento, questo elemento della trasparenza. Quindi anche quest’iniziativa del SRI di pubblicare un protocollo che non danneggia la sicurezza nazionale è normale in uno stato democratico, che cerchiamo di avere pure noi.”
Ci sono parecchie voci che parlano dell’esistenza di uno “stato parallelo”, sostenendo che, in base ad accordi segreti, istituzioni romene potenti abbiano commesso eccessi e abusi gravi. Falso! Dice il procuratore-capo della DNA, Laura Codruţa Kövesi, stando alla quale la collaborazione tra la Procura Generale e il SRI ha avuto alla base la Costituzione o il Codice di procedura penale: “Tramite questo protocollo si è solamente creata una procedura unitaria affinché tutti lavorassero nello stesso senso. L’applicazione della legge veniva fatta diversamente, quindi si è sentito il bisogno di armonizzare le procedure. Questo è il motivo per cui non solo il Ministero Pubblico ha firmato un protocollo con il SRI, ma lo hanno fatto pure altre istituzioni del sistema giudiziario.”
Considerando che, tramite l’accettazione del protocollo tra la Procura Generale e il SRI, i procuratori e le Procure abbiano ceduto la loro indipendenza operativa al SRI, l’Unione Nazionale dei Giudici e l’Associazione dei Magistrati di Romania hanno chiesto alla Procura Generale e al SRI di pubblicare tutti i protocolli o gli accordi di cooperazione firmati dalle strutture a loro subordinate dal 1990 finora. Hanno sollecitato inoltre anche al Consiglio Supremo di Difesa del Paese di pubblicare tutte le decisioni connesse alla giustizia che sono state emanate dal 1990.