Sicurezza sul fianco est della NATO
Ci vuole la cooperazione per consolidare il fianco est dell’Alleanza Nord-Atlantica: è da questo principio che hanno preso lo spunto le discussioni dei ministri della Difesa di nove stati ex comunisti, riunitisi a Bucarest accanto a responsabili della NATO e rappresentanti del Dipartimento della Difesa americano. La Romania, in partenariato con la Polonia, è il motore di questa Iniziativa B9, di cui fanno parte anche Bulgaria, R.Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Ungheria. I loro rappresentanti si sono prefissi di delineare una serie di linee guida prima del vertice alleato che si terrà a luglio a Bruxelles.
Roxana Vasile, 14.03.2018, 12:47
Ci vuole la cooperazione per consolidare il fianco est dell’Alleanza Nord-Atlantica: è da questo principio che hanno preso lo spunto le discussioni dei ministri della Difesa di nove stati ex comunisti, riunitisi a Bucarest accanto a responsabili della NATO e rappresentanti del Dipartimento della Difesa americano. La Romania, in partenariato con la Polonia, è il motore di questa Iniziativa B9, di cui fanno parte anche Bulgaria, R.Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Ungheria. I loro rappresentanti si sono prefissi di delineare una serie di linee guida prima del vertice alleato che si terrà a luglio a Bruxelles.
Oggi, la presenza alleata avanzata si materializza sull’intero fianco est dell’Alleanza, sia nel nord-est, nell’area baltica, che nel sud-est, sul territorio nazionale e al Mar Nero. Continuiamo a puntare notevolmente sulla sua implementazione e, a luglio, aspettiamo decisioni importanti e rilevanti per la postura di difesa e deterrenza alleata, ha dichiarato il ministro della Difesa romeno, Mihai Fifor.
Le azioni della Russia impongono ai Paesi collocati al fianco est della NATO, ma anche l’Alleanza nel suo insieme, di concedere un’attenzione particolare al sistema comune di difesa. Cosa non facile, dal momento che, al momento, una crisi di sicurezza può implicare mezzi sia convenzionali che non convenzionali di tipo ibrido o sfide asimmetriche. Una delle più accessibili soluzioni richiamate con insistenza a Bucarest è lo stanziamento del 2% del PIL alla difesa, attuato dalla Romania sin dallo scorso anno, parallelamente allo sviluppo delle infrastrutture nazionali, al fine di migliorare la mobilità delle truppe e la tecnica militare alleata. Anche gli eserciti nazionali vanno modernizzati, tramite l’acquisto di equipaggiamento performante.
Nel corso di un incontro degli ospiti stranieri giunti a Bucarest con il presidente romeno Klaus Iohannis, è stata evidenziata l’importanza della presenza degli USA sul fianco est, come prova del risoluto impegno verso la stabilità della regione, nonchè la necessità di sviluppare la relazione transatlantica al fine di garantire la sicurezza dell’intera Alleanza.
Il capo dello stato romeno ha inoltre sottolineato come sia necessario sviluppare la cooperazione tra la NATO e l’Unione Europea, precisando che gli iter per consolidare il ruolo dell’Unione nel campo della difesa devono essere complementari a quelli dell’Alleanza Nord-Atlantica. In questo modo, saranno evitati i raddoppi inutili e saranno possibili gli sforzi congiunti nei campi di interesse comune.
Per la voce del suo ministro della Difesa, Mihai Fifor, la Romania ha espresso la disponibilità ad accogliere un comando militare della NATO a livello di corpo d’armata, accanto ai due già esistenti a Craiova, a livello di brigata, e a Bucarest, di divisione. La decisione sarà presa al vertice dell’Alleanza, in programma a luglio a Bruxelles.